Arriva l’estate, il caldo, l’acqua inizia a scarseggiare.
Le uniche sorgenti dell’Altopiano del Golgo, a Baunei (NU), sono
quelle di As Piscinas, dove, da sempre fauna selvatica e bestiame allo
stato semi-brado vanno ad abbeverarsi.
Ora non possono più, perché il Comune di Baunei ha concesso quelle
aree a uso civico a un residente, che ha realizzato una recinzione
completa del sito.
Così gli animali selvatici crepano di sete o nel disperato tentativo
di superare la recinzione per abbeverarsi, come il povero Cinghialetto
recentemente rinvenuto.
La recinzione è illegittima, la concessione è parzialmente illegittima.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha da
tempo inoltrato (29 marzo 2018) una specifica istanza per la revoca,
quantomeno parziale, della concessione di terreni a uso civico
effettuata nell’area del Golgo – As Piscinas di Baunei (NU) e del
relativo provvedimento di mutamento e sospensione dei diritti di uso
civico per la realizzazione di servizi turistici.
La determinazione Responsabile Servizio tecnico Comune Baunei n. 188
del 22 giugno 2016 ha, infatti, concesso circa 4,79 ettari di terreni
appartenenti al demanio civicodi Baunei (legge n. 1766/1927 e s.m.i.,
regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge regionale Sardegna n.
12/1994 e s.m.i., decreto Commissario Usi Civici Sardegna n. 294 del
30 dicembre 1943), comprendenti il sito d’interesse archeologico di As
Piscinas, “conche naturali formatesi nella roccia, dove si raccolgono
le acque piovane, modificate dall’uomo per la fusione dei metalli e
per riti magici o di culto”[1], tutelato quale “bene culturale”
(decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), nonché il monumento
naturale Su Sterru (legge regionale Sardegna n. 31/1989 e s.m.i.,
decreto Ass.re Difesa Ambiente R.A.S. n. 3110 del 2 dicembre 1993).
L’esercizio dei diritti di uso civico era stato in precedenza sospeso
con determinazione Agenzia A.R.G.E.A.- Servizio Territoriale Ogliastra
n. 681 del 24 febbraio 2016.
Tuttavia, la “concessione di valorizzazione”, comprendendo e
consentendo la realizzata recinzione di siti d’interesse archeologico,
contrasta palesemente e insanabilmente con il regolamento comunale per
l’esercizio dei diritti di uso civico (deliberazione C.C. Baunei n. 30
del 5 novembre 2012), il quale prevede che: “non possono essere
oggetto di concessione… sorgenti e acque pubbliche, beni archeologici
o storici”(art. 5); “non potranno maiessere recintate le fonti, gli
abbeveratoi, i corsi d’acqua e qualsiasi altra struttura d’interesse
pubblico” (art. 12);tutte le recinzioni (…) dovranno essere realizzate
in modo da salvaguardare … il libero accesso alle sorgenti, alle acque
pubbliche ed ai beni archeologici e storici” (art. 64);
Inoltre, le disposizioni per la fruizione dei beni culturali e loro
eventuali provvedimenti di concessione sono previste negli artt. 101 e
ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. (codice per i beni
culturali e il paesaggio).
E’ del tutto evidente che tali siti d’interesse archeologico non
potessero essere oggetto di qualsiasi concessione né, tantomeno,
potessero essere recintati.
Sono stati coinvolti il Comune di Baunei, l’Agenzia A.R.G.E.A., il
Ministero per i beni e attività culturali, la Soprintendenza per
archeologia, belle arti e paesaggio di Sassari, il Servizio tutela
paesaggio di Nuoro della Regione autonoma della Sardegna, informati,
per quanto di competenza, il Commissario per gli Usi Civici e la
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lanusei.
La popolazione di Baunei è apertamente contraria a tale concessione (e
alla conseguente recinzione), l’Amministrazione comunale ha promesso
revoche che non sono ancora giunte al contrario dei danni alla fauna.
Il Gruppo consiliare del Partito dei Sardi ha presentato due
interpellanze in Consiglio regionale (la n. 346/A e la n. 347/A),
finora senza risposta.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus auspica rapidi provvedimenti
che riportino legalità nella gestione del demanio civico di Baunei
(già in passato oggetto di discutibili utilizzi) e la fruizione
pubblica di beni archeologici e ambientali che non possono e non
devono esser “privatizzati” in alcuna forma e per qualsiasi motivo.
E, se non dispiace, provvedimenti che consentano alla fauna selvatica
di vivere in pace.