Ceramiche, tessuti, ferro battuto, pietre lavorate, legno intagliato
ma anche mobili e arredi, parquet e pavimenti, infissi e forni a legna
e altre lavorazioni dell’artigianato artistico sardo.
Sono questi i prodotti che i buyer americani, tedeschi, bulgari e
polacchi di interior designers hanno acquistato, e acquisteranno nei
prossimi mesi, per esporli negli atelier degli Stati Uniti e in Europa
e per arredare le più prestigiose abitazioni di New York, Miami,
Austin, Santa Barbara, Berlino, Varsavia e Sofia, durante la due
giorni organizzata a Oristano, in Sardegna, da Confartigianato Imprese
Sardegna, ICE-Agenzia e Regione Sardegna per favorire il processo di
internazionalizzazione delle piccole e medie imprese del settore “made
in Sud”.
In 48 ore, 25 le imprese artigiane di tutta la Sardegna hanno esposto
e proposto le proprie creazioni ai 14 compratori durante l’incoming
sardo nell’ambito del Piano Export Sud 2, attività a favore delle PMI
delle Regioni del Mezzogiorno, con l’obiettivo di sviluppare e
consolidare la conoscenza della realtà produttiva di Arredo e
Complementi del Meridione d’Italia.
L’evento ha visto svolgersi la prima giornata, giovedì 15 marzo,
presso i locali del Museo Diocesano Arborense, durante il quale in 10
ore di incontri e 144 contrattazioni business to business, produttori
e compratori hanno scambiato idee e firmato accordi commerciali, sotto
la supervisione del Presidente Regionale di Confartigianato Imprese
Sardegna, Antonio Matzutzi, della responsabile nazionale per l’export
di Confartigianato Nazionale, Gabriella Degano, del Rappresentante
della Presidenza della Regione Sardegna, Raimondo Mandis, della
Rappresentante dell’ICE-Agenzia, Daniela Luca e della trade analyst
dell'Ufficio ICE-Agenzia di Sofia, Todorka Tzvetkova.
La seconda giornata, il giorno seguente, è stata dedicato alle visite
aziendali rappresentative delle eccellenze e delle peculiarità del
territori. I buyer hanno potuto conoscere le imprese Sudlegno di
Ortacesus-Senorbì, Erminio Caria di Guasila, Su Trobaxiu di Mogoro,
Urru di Samugheo, Tek Ref di Simaxis e CMA di Oristano.
Secondo Confartigianato Sardegna, per le circa 2000 imprese e oltre
3.000 dipendenti, di cui 114 aziende che fabbricano prodotti in
ceramica di uso domestico e ornamentale, la via maestra in tempo di
crisi è ormai quella dei mercati stranieri, dove a fare la parte del
leone ci sono non solo i mercati dell’arredo domestico, ma anche e
soprattutto quelli di alberghi e negozi che richiedono elementi di
gusto raffinato sia in fatto di finiture che di illuminazione tecnica
e prodotti di gamma.
“Mobili ma soprattutto bellissimi pezzi di complementi d’arredo: è
questo il Made in Sardegna e il Made In Italy che piace all’estero e
che ha radici anche nell’Isola sotto forma di piccole imprese che
mixano innovazione e design”. Parola di Antonio Matzutzi, Presidente
di Confartigianato Imprese Sardegna che parla di “riscatto di un
settore che non si dà per vinto di fronte ai prodotti dell’arredo low
cost”. “La battaglia dobbiamo combatterla soprattutto all’estero –
sottolinea il Presidente - rispondendo a una domanda esigente con
prodotti di altissima gamma; su questo terreno dobbiamo giocarci le
possibilità di vendita e crescita”.
“Le nostre piccole e medie imprese - dice Stefano Mameli, Segretario
Regionale di Confartigianato - sono forti di una tradizione familiare
nel produrre, essendo spesso imprese che si tramandano da generazioni.
Ora hanno anche capacità di innovare e attenzione al design”. “In ogni
caso – continua Mameli – lo stile italiano è sempre molto apprezzato
soprattutto quando si parla di arredi e complementi, perché le piccole
imprese hanno la capacità di offrire prodotti di qualità e di alta
gamma, ma anche per la duttilità rispetto alle esigenze della
clientela”.
Queste le imprese artigiane che hanno partecipato: Sud Legno Group di
Senorbi (CA), Tek Ref di Simaxis (OR), Artigianato Pasella di
Calangianus (OT), Mariantonia Urru di Samugheo (OR), Simonetta Liscia
di Quartu Sant’Elena (CA), Falegnameria Bussu di Sassari, Casa del Mar
Ceramiche di Sandro Serra di Tempio Pausania (OT), B&B Arredamenti di
Gian Piero Bitti & c. di Nule (SS), ditta Erminio Caria di Guasila
(CA), Casu Emmegi di Albino Casu di Bitti (NU), C.M.A. Ceramica
Maestri d’Arte di Oristano, AV Metal snc di Alessio & Antonello Vilia
di Sarule (NU), Artigiantessile di Davide Spiga di Villamassargia
(CI), Cooperativa Artigiana Su Trobasciu di Mogoro (OR), Giampaolo
Mameli Ceramiche di San Sperate (CA), Falegnameria Salvatore Spano di
Olbia, Tessitura Artigiana di Annarita Cogoni di Villasimius (CA),
Roberto Ziranu di Nuoro, Tramare di Maria Cristina Boy di Cagliari,
Falegnameria GFG dei Fratelli Angotzi di Ozieri (SS), Passamonti di
Cagliari, Matteo Buccoli di San Sperate (CA), Arianna Leoni “Ceramiche
Leoni Arte” di Luras (OT), Officina d’Arte Fabbrile di Antonio Maria
Scanu di Benetutti (SS) e l’Isola del Ricamo di Decimomannu (CA).
I buyer, invece, sono arrivati dagli Stati Uniti (Miami-Florida, da
New York, Santa Barbara-California e Austin-Texas), dalla Germania,
dalla Bulgaria e dalla Polonia.
“Le imprese presenti a Oristano sono state selezionate perché sono
riuscite a soddisfare esigenze di arredo che richiamano al lusso e
alla ricercatezza del Made in Italy - riprende il Segretario - infatti
i loro prodotti sono molto richiesti per il gusto italiano che piace
alla clientela e che trasforma gli ambienti in luoghi ricercati”.
“Grazie a questi incontri business-to-business e alle visite sul
territorio – prosegue Mameli – si consente alle imprese di avere un
confronto diretto con i buyer e, quindi, con i mercati esteri “. “In
pratica mettiamo, a costo zero, le aziende nelle condizioni di
attestare l’appetibilità delle proprie produzioni – continua - per
indirizzarle verso quei mercati ritenuti più adatti a intraprendere
dei rapporti commerciali”. “Per gli imprenditori – conclude il
Segretario - è fondamentale sfruttare queste occasioni
d’internazionalizzazione offerte da iniziative come gli Incoming, che
possono garantire nuove e proficue opportunità di espansione in altri
mercati”.
Il mercato :cresce l’export dei mobili e dei complementi; il 2017 si è
chiuso con una crescita di +1,7% verso i Paesi UE e +6% verso il resto
del Mondo. Per questo il design made in Italy continua a guadagnare
quote del commercio mondiale di arredamento e si conferma al terzo
posto con l’8% circa del mercato, che vale oggi complessivamente 395
miliardi di dollari. Il portafoglio dei mercati esteri di riferimento
vede in testa gli Stati Uniti., seguiti da Svizzera e Russia.
In base ai dati rilevati lo scorso anno, le esportazioni italiane del
settore sulla fascia Alta di prezzo (relativa ai flussi mondiali di
prodotti con i prezzi più elevati) sono risultate pari ad oltre 1.8
miliardi di euro, equivalenti ad una quota di quasi il 32% della
domanda mondiale.