“No agli slogan, sì ai fatti che rimettano il settore delle
costruzioni al centro delle politiche per la crescita dell’Italia
anche la Sardegna: dobbiamo farci sentire”.
E’ questo il messaggio che le imprese edili sarde, attraverso il
Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, Giacomo Meloni,
lanciano ai candidati in vista dell’appuntamento elettorale del 4
marzo.
Con il “Manifesto Costruzioni”, Confartigianato Edilizia, insieme ad
altre Associazioni di Categoria e Ordini Professionali, chiede a tutte
le forze politiche impegni concreti per rilanciare un settore
determinante per la ripresa dell’economia italiana e sarda,
sottolineando la “situazione eccezionale, di crisi e di emergenza” che
da un decennio flagella la filiera dell’edilizia.
Infatti, solo in
Sardegna, tra il 2016 e il 2017 il settore (edilizia, impiantistica,
installazione, progettazione e servizi connessi), ha perso lo 0,9% del
totale delle aziende registrate, calo che tra le realtà artigiane è
arrivato al 2,5% (341 realtà in meno) stabilizzandosi, alla metà dello
scorso anno, sulle 22.470 imprese. Situazione che si è letteralmente
abbattuta sugli addetti scesi a 36.967 nel primo trimestre di
quest’anno contro i 44.734 dello stesso periodo del 2012 registrando,
così, un saldo percentuale negativo del 17,4% e una perdita secca di
7.767 buste paga.
Le richieste delle imprese delle costruzioni spaziano
dall’accelerazione delle opere pubbliche, alla semplificazione
burocratica, vero macigno che blocca il Paese, a una politica fiscale
a favore dello sviluppo e dell’ambiente, alla riduzione di costi
troppo alti, adempimenti eccessivi e di tutti gli oneri non più
sopportabili come il “cuneo fiscale”.
“Chi ambisce a prendere le redini del Governo Nazionale – sottolinea
Meloni - deve mettere le costruzioni al centro delle attività di
crescita, per farle tornare a essere “vero motore del Paese”: la
Politica a volte pare essere sorda e insensibile a queste nostre
esigenze”. “Significherebbe – puntualizza il Presidente degli
Artigiani Edili - far crescere il Pil di mezzo punto in più l’anno” e
“recuperare i 600mila posti di lavoro persi nel settore negli ultimi
10 anni”.
Poi il Presidente Meloni punta il dito contro le criticità del nuovo
Codice degli Appalti “rivelatosi finora un’occasione mancata per le
piccole imprese dell’edilizia”. “Non sono stati raggiunti – afferma –
gli obiettivi della Legge Delega: semplificazione e rapidità dei
procedimenti; lotta alla corruzione e ai conflitti d’interesse per
favorire la trasparenza; riduzione degli oneri documentali ed
economici a carico delle imprese; razionalizzazione delle procedure di
spesa; efficienza e professionalizzazione delle stazioni appaltanti;
valorizzazione della territorialità e della filiera corta”.
“La frettolosa abrogazione del previgente Regolamento in assenza delle
norme di attuazione del codice – rimarca Meloni - ha generato il
sostanziale blocco degli appalti. Il buon senso impone il suo urgente
ripristino”.
Per Confartigianato Edilizia Sardegna “la riforma del codice non è
ancora conclusa e non vi è stata semplificazione”.
Le imprese chiedono, per questo, che principi come il “km 0” e la
“filiera corta”, che permetterebbero l’inclusione delle micro e
piccole imprese del territorio, vengano resi effettivi e valorizzati
tra i criteri di aggiudicazione. “A oggi – secondo Meloni - nonostante
un indirizzo politico forte, anche sostenuto dalle Regioni, questi non
sono stati attuati”.
Il Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna conclude
richiamando “la necessità di qualificare, con precisi requisiti
d’accesso, l’attività di imprenditore edile”.