MIO Italia: gli effetti negativi del reddito di citatdinanza - "Serve una manovra di sgravi"

Paolo Bianchini

  «Dopo 14 mesi di inattività, quindi di crisi e fallimenti, il comparto dell’ospitalità a tavola ha ripreso a lavorare a regime, trovandosi ad affrontare ulteriori emergenze: la mannaia delle tasse (144 scadenze nel mese corrente) e la mancanza di personale di sala e di cucina, a causa del reddito di cittadinanza che spinge giovani e meno giovani a trascorrere il tempo sul divano e/o a fare lavori saltuari in nero. In questo senso vorrei lanciare una proposta: il Governo vari una manovra di sgravi previdenziali, diciamo del 40%, e i ristoratori metteranno nelle buste paga del personale la cifra risparmiata. Così saranno messe a tacere anche le voci di chi si lamenta dei bassi stipendi. Bene. Dove prenderebbe lo Stato i soldi necessari a questa manovra volta a rilanciare il settore più penalizzato dalle restrizioni Covid, a tutto vantaggio delle multinazionali che non pagano le tasse in Italia, e il lavoro in generale? Semplice: dallo stesso reddito di cittadinanza». Lo ha dichiarato Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità. «Una proposta analoga, che qualcuno potrebbe definire provocatoria, è la seguente: chi, tra i percettori del reddito di cittadinanza, verrà assunto nel settore della ristorazione, continuerà a ricevere dallo Stato il 40% del sussidio, altrimenti andrà a perderlo», ha concluso Paolo Bianchini.