“La notizia della Sardegna nuovamente in zona rossa per almeno 2
settimane, con la conseguente chiusura anche del settore benessere, e
quindi dei laboratori di acconciatura, estetica e di ricostruzione
unghie, potrà comportare un danno stimabile in almeno 20 milioni di
euro. Una perdita pesantissima per tutto il comparto dei servizi alla
persona che faticava a riprendersi dal lockdown di 1 anno fa”.
L’allarme arriva dal Presidente e dal Segretario di Confartigianato
Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi e Daniele Serra che, nonostante le
2 settimane rosse non siano ancora cominciate, cominciano a fare una
stima delle eventuali perdite delle 3.384 le imprese del settore, ben
2.886 sono artigiane, che offrono servizi di acconciatura, manicure,
pedicure e trattamenti estetici grazie anche ai 5.124 addetti.
Secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese
Sardegna, il settore dei servizi alla persona nell’Isola ha un giro
d’affari annuo di circa 523 milioni di euro pari all’3% dell’ammontare
della spesa per prodotti non alimentari. Infatti, la spesa media
mensile delle famiglie sarde per servizi di parrucchiere e trattamenti
di bellezza è di 61 euro al mese, equivalenti a 732 euro all’anno.
“La chiusura dei saloni – sottolineano Matzutzi e Serra – è del tutto
ingiustificata nei confronti di imprese che in questi mesi hanno
applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle
autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure
previste dal settore sul piano igienico-sanitario, e si sono
riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli
imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti”.
“Questa prossima, imminente, sospensione delle attività svolte in
sicurezza – continuano Presidente e Segretario - finirà per innescare
l’impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi
che rappresentano il vero pericolo per la salute dei cittadini, oltre
che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in
regola. Senza considerare che, a fronte di ulteriori misure
restrittive, gli imprenditori non possono attualmente contare su
alcuna certezza per quanto riguarda gli interventi di ristoro”.
“Nei prossimi giorni, tramite anche la struttura nazionale di
Confartigianato Acconciatori – concludono Matzutzi e Serra – se la
situazione non dovesse cambiare, chiederemo al Governo di
riconsiderare le misure restrittive riguardanti le attività di
acconciatura, consentendone lo svolgimento anche nella zona rossa, a
tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore”.