La filiera della pastorizia si candida ad avanguardia nei processi di
mitigazione dei cambiamenti climatici, e attraverso modelli produttivi
ecosostenibili mira a raggiungere l’obiettivo della riduzione delle
emissioni di gas serra del comparto ovino sardo entro i prossimi 10
anni.
E’ l’obiettivo del progetto europeo “SheepToShipLIFE”, finanziato dal
programma LIFE, strumento dell’Unione europea per la salvaguardia
dell’ambiente e della biodiversità: “come un laboratorio a cielo
aperto, stiamo sperimentando in Sardegna un modello di mitigazione dei
cambiamenti climatici trasferibile in Europa” spiegano dal CNR-IBE
(Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia,
sede di Sassari) che coordina il progetto in partnership con Agris,
Laore, l’Assessorato Regionale della difesa dell’Ambiente,
dipartimenti di Agraria e di Scienze economiche e aziendali
dell’Università di Sassari ‘l’Ispaam, Istituto per il Sistema
Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo dello stesso CNR, con il
supporto di portatori di interesse quali il Consorzio per la Tutela
dell’I.G.P. Agnello di Sardegna.
La Sardegna è stata scelta come area di intervento del progetto in
quanto rappresentativa del comparto ovino Mediterraneo: da sola conta
oltre il 40% del patrimonio ovino italiano.
Il sistema di allevamento
sardo vanta inoltre un altro primato, essendo la prima regione
Mediterranea in cui l'allevamento ovino è quasi esclusivamente di tipo
estensivo.
“L’Europa, con circa 100 milioni di capi allevati nel 2011, è seconda
al mondo per numero di pecore. La produzione prevalente degli
allevamenti è la carne, seguita da latte e lana.
Tuttavia, a partire
dal 2003 la produzione di latte di pecora in Europa ha registrato un
costante incremento - pari al 2.1% nel decennio 2003-2013 - a fronte
di una diminuzione del numero di capi e della produzione di carne
rispettivamente del - 4% e - 10.5%”.
Gli studi del progetto SheepToShip LIFE evidenziano come “le
relazioni tra l’allevamento ovino e le emissioni di gas serra sono
poco studiate, nonostante la continua crescita a livello mondiale dei
piccoli ruminanti e il rilevante interesse dei consumatori verso i
prodotti di origine ovi-caprina.
La strategia del progetto prevede interventi di mitigazione su scala
aziendale volti a “la riduzione delle emissioni dei ‘gas serra’,
riducendo i costi di produzione ma senza incidere sui livelli di
produttività, e incrementandone la redditività".
La strategie elaborate per raggiungere questi obiettivi (-20% di
emissioni di gas serra con l’incremento delle redditività negli ovili
entro nel 2030) hanno seguito un approccio multidisciplinare che è
stato presentato mercoledì scorso (29 luglio) a Macomer nella sede del
Consorzio per la Tutela dell’I.G.P Agnello di Sardegna, durante un
focus group che ha coinvolto circa 30 tra pastori tecnici, e una
delegazione delle istituzioni partner del progetto.
Il piano è stato declinato su una serie di tecniche di mitigazione che
prevedono: incremento dell’efficienza riproduttiva del gregge,
portando la fertilità media del gregge da circa il 75% al 99%,
attraverso protocolli specifici (es. protocollo Sementusa); a questo
consegue dunque un incremento dal 6 al 21% nella produzione di latte e
del 40% circa della produzione di carne.
Tra le altre tecniche di
mitigazione, il miglioramento nella produzione dei foraggi in azienda,
con tecniche di agricoltura conservativa che riducono i costi e le ore
di lavoro ma migliorano la durata e la qualità dei pascoli, a
vantaggio anche del valore nutrizionale e proteico dei foraggi, che
così più apprezzati e digeribili dagli animali, contribuiscono alla
riduzione delle emissioni di metano dei ruminanti, tra le voci
maggiormente impattanti sul bilancio delle emissioni di CO2.
“I pastori lavorano in simbiosi con la natura - sostiene il presidente
del Contas Battista Cualbu - ma è anche un mondo, come dimostra
questo progetto, che non si sottrae e si confronta sempre di più con
la ricerca per migliorare l’efficienza dei propri allevamenti sia dal
punto di vista economico che ambientale.
Questo nonostante tutte le
problematiche e gli ostacoli che quotidianamente si affrontano sia con
una filiera distorta che spesso non riconosce una equa remunerazione
ai propri prodotti e con una burocrazia cieca che ostacola
l’iniziativa imprenditoriale”.
“Il progetto “SheepToShip LIFE” – evidenzia il direttore del Contas
Alessandro Mazzette – si muove sulla stessa linea del Consorzio e ci
aiuta nella direzione di un miglioramento delle produzioni che mira al
mantenimento della qualità delle carni che caratterizza l’Agnello di
Sardegna I.G.P. e alla sostenibilità ambientale del comparto ovino
dell’Isola”.