Sarà remunerato fino ad un massimo di 30 euro al quintale, come prezzo
minimo fissato a 27 euro il grano duro che il Gruppo Casillo
acquisterà dai cerealicoltori sardi.
Ma soprattutto, aspetto
fondamentale, il pagamento avverrà alla consegna: “massimo ai cinque
giorni dal ritiro del grano i danari saranno nei conti correnti dei
produttori, come del resto abbiamo fatto negli anni scorsi” assicura
Vito Savino, direttore vendite del Gruppo pugliese Casillo leader
nella trasformazione e commercializzazione del grano.
Sono i numeri e le condizioni dell’accordo di filiera siglato per il
terzo anno consecutivo da Coldiretti Sardegna e il Gruppo Casillo
grazie alla collaborazione del Consorzio Agrario Sardegna.
Dati finalmente in crescita dopo anni bui per la cerealicoltura sarda
che non vedeva riconosciuti neppure i costi di produzione e che ha
portano al minimo storico la superficie dedicata alla coltivazione del
frumento.
Nel 2019, secondo le elaborazioni di Coldiretti Sardegna sui
dati Istat, gli ettari coltivati a grano duro sono stati 19.145 e di
grano tenero 755 ettari.
Numeri lontanissimi dai 96.710 ettari del 2004, con una perdita in 15
anni dell’80% della superficie coltivata a grano.
Conseguentemente
sono oltre che dimezzati anche i contadini che coltivano grano che
oggi si attestano a poco più di 5 mila rispetto ai circa 12 mila del
2000.
Era da sei anni che non si riusciva a raggiungere quota 30 euro a
quintale nella remunerazione del grano, quest’anno lo si farà grazie a
questo nuovo accordo “che siamo certi – assicura il presidente di
Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas – darà una scossa positiva a
tutto il mercato locale con delle ripercussioni positive per tutti,
come già avvenuto lo scorso anno”.
Nel dettaglio le condizioni dell’accordo prevedono una remunerazione
tra i 27 e i 30 euro in base alle caratteristiche del grano duro.
“Sono le migliori condizioni che siamo riusciti a spuntare nel
mercato – afferma Giorgio Demurtas – a cui si unisce un valore
aggiunto fondamentale per i cerealicoltori cosi come per tutte le
imprese: il pagamento alla consegna. L’incasso immediato dei danari è
importantissimo e vale tantissimo per una impresa rispetto alla
incertezza tradizionale nei pagamenti.
Di solito i tempi sono lunghi e
chi richiede il pagamento alla consegna deve accettare un prezzo più
basso rispetto a quello di piazza, in questo caso otteniamo il massimo
con le migliori condizioni”.
Un accordo che in parte riesce a compensare i cali di produzione che
quest’anno si attestano intorno al 20% a causa dei cambiamenti
climatici che hanno provocato prima uno slittamento delle semine a
fine gennaio a causa delle piogge che hanno inzuppato i terreni
rendendo impossibile il lavoro e poi la siccità che sta incidendo
sulla quantità.
“Diamo continuità agli impegni presi con i cerealicoltori sardi –
afferma Vito Savino – stiamo portando avanti e stiamo raccogliendo i
frutti dei progetti di filiera cominciati tre anni fa, come l’aumento
delle superfici coltivate.
Quest’anno raccoglieremo il primo grano
tenero certificato (oltre 150 ettari) 100% sardo per produrre farine
specifiche per pizzerie e pasticcerie in primis”.
Iniziativa quest’ultima che si inserisce all’interno di Prime Terre,
il progetto di filiera controllata e certificata dalla forte impronta
territoriale che garantisce la genuinità e l’origine locale dei grani
macinati.
“Gli accordi di filiera che stiamo siglando nei diversi settori, oltre
al grano, nel settore bovino da carne e lattiero caseario, stanno
portando un valore aggiunto, sicurezza e stabilità per i produttori –
evidenzia il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – è una strada
che sta dando i suoi frutti e che continueremo a perseguire garantendo
le migliori condizioni per i produttori e per i consumatori che
potranno acquistare prodotti a filiera certificata”.