Oggi sarebbe dovuto partire l’ecobonus che avrebbe consentito, a
privati e imprese, di detrarre completamente le spese sulla
riqualificazione energetica per i lavori su case e laboratori.
“In questo momento di approvato c’è solo il decreto, i cui
emendamenti, che potrebbero modificarne la struttura in modo
importante, come per l’estensione fino al 2022, sono ancora in
discussione in Parlamento – commenta Giacomo Meloni, Presidente di
Confartigianato Edilizia – il problema è che mancano anche i decreti
attuativi, e le relative circolari dell’Agenzia delle Entrate e
dell’ENEA”.
“Questa norma, che avrebbe avuto lo scopo di rilanciare le
attività del settore casa, quindi edilizia, impianti, serramenti –
continua Meloni - rischia di ottenere l’effetto opposto a quello
voluto, creando più di una situazione paradossale nella quale anche i
lavori già decisi prima del lockdown vengono sospesi in attesa di atti
concreti e applicabili.
Per questo ai nostri Parlamentari stiamo
chiedendo chiarimenti sui tempi di questo provvedimento chiesto
fortemente da Confartigianato Sardegna”.
In tantissimi, tra imprese e privati, in queste settimane, chiamano le
sedi di Confartigianato in tutta la Sardegna chiedendo informazioni.
“Proviamo a rispondere a tutte le domande di imprese, tecnici e
cittadini allettati da una occasione che forse non si ripeterà più –
continua il Presidente – anche se molte volte, senza documenti certi,
è difficile fornire risposte certe ed esaustive”.
“Nonostante una
convincente operazione di comunicazione - spiega Meloni - il Decreto
Rilancio, che contiene la possibilità di detrarre dalle tasse fino al
110 per cento della spesa per una serie di lavori di efficientamento
energetico, in realtà non è stato dotato delle gambe per camminare e
sta provocando, paradossalmente, una situazione di stallo”.
Secondo Confartigianato Sardegna, infatti, si tratta di un Decreto
Legge, che deve essere convertito, e già questo pone incertezze,
perché spesso la legge di conversione contiene modifiche al testo
originario, poi perché mancano i decreti attuativi, che devono
chiarire molti aspetti applicativi e certamente mancano le direttive
dell’Agenzia delle Entrate, che rendano certi gli interventi e i
requisiti che consentono la detrazione fino al 110 per cento e
applicabile la cessione del credito.
“Questo – continua il Presidente Meloni – è uno degli aspetti più
interessanti per i cittadini, perché permette loro, in sostanza, di
fare i lavori senza pagare, ma è anche uno dei punti più critici per
le imprese, perché non tutte le aziende possono permetterselo e allora
si deve fare ricorso all’intervento di banche, assicurazioni,
finanziarie e simili. In generale, è passato il messaggio che posso
cambiare la caldaia o gli infissi e non pago nulla, anzi ci guadagno
anche qualcosa.
Non è così, o almeno non è così facile”.
Infatti la norma prevede che, per accedere al super sconto del 110 per
cento, è necessario che l’immobile, dopo gli interventi, acquisti una
certificazione energetica di almeno due classi superiore a quella
precedente.
“Continuiamo ad assistere le imprese – rimarca il Presidente - anche
per spiegare che, in questo momento, il meccanismo non è così
semplice: i lavori per accedere a questo bonus sono importanti, ci
vuole un impegno finanziario importante (da 30 a 60 mila euro) e non
si può dire su due piedi se ciò che il cittadino vuole fare può
rientrare nella detrazione. Per capirlo, a parte le lacune normative
già evidenziate, ci vogliono professionisti specializzati e vanno
chiamate in causa più aziende”.
L’Associazione degli Artigiani sottolinea anche il fatto di come ci
sia da segnalare anche un altro aspetto che ha del paradossale:
attualmente le aziende si sono ritrovate a doversi fermare perché
anche chi aveva già deciso, prima del lockdown, di fare lavori di
efficientamento e poteva scaricare somme inferiori, ora dice di
bloccare tutto perché vuole rientrare nel 110 per cento.
Insomma un
vero e proprio boomerang, altro che rilancio. Senza dimenticare che le
piccole imprese non possono sostenere uscite di liquidità ingenti,
anticipando lo sconto, e saranno quindi costrette a dire di no a molti
lavori.
L’appello di Confartigianato Sardegna al Governo, è quindi quello di
chiarire le cose e fare presto, già nella legge di conversione e
nell’emanazione dei decreti attuativi e delle circolari esplicative.
“Noi di Confartigianato Sardegna – conclude Meloni – stiamo lavorando
su vari fronti, in particolare sulla cessione del credito, e chiediamo
a banche, assicurazioni e finanziarie che sostengano le operazioni
delle piccole imprese, per evitare che ad avvantaggiarsi di questa
opportunità siano unicamente le grandi aziende strutturate.
Serve che
il Governo chiarisca al più presto tutto il necessario, altrimenti,
invece che agire per il rilancio, questa norma bloccherà le imprese
per altri tre mesi, e dopo i tre di lockdown non possiamo proprio
permettercelo”.