“La politica regionale intervenga decisamente affinché non si
verifichi l’ennesimo scippo ai danni della Sardegna”.
Lo chiede con
forza la UILTEC SARDEGNA a proposito del “Tyrrhenian Link”, il cavo di
collegamento elettrico fra Sicilia e Sardegna che Terna realizzerà
entro il 2025 e che potrebbe penalizzare i circa mille lavoratori che
gravitano nel comparto energia in Sardegna.
Il sindacato guidato da
Pierluigi Loi denuncia il silenzio delle istituzioni isolani sui temi
dello sviluppo energetico a pochi anni dal phase out dal carbone,
previsto nel 2025, che rischia di rappresentare una mannaia per
l'economia sarda e soprattutto per il settore industriale dell’isola.
Lo sviluppo energetico è un tema strategico e vitale per la nostra
isola – scrive il segretario generale della Uiltec Sardegna Pierluigi
Loi.
Un argomento delicato che fino a cinque mesi fa trovava spazio
e priorità nell’agenda della politica regionale e nazionale. Da essa,
infatti, dipende il destino dell’arrivo del metano in Sardegna, la
conseguente realizzazione della dorsale ed il futuro delle due
centrali elettriche sarde in relazione all’imminente phase out dal
carbone del Paese, prevista anch’essa nel 2025.
Inspiegabilmente e ingiustificatamente - evidenzia il segretario
regionale Uiltec Sardegna - su tali temi è calato il più totale
silenzio, a tal punto che lascia sgomenti il fatto che non si prenda
più in considerazione il fattore tempo, che impone nel 2025 una
verosimile ghigliottina per l'economia del nostro territorio e nello
specifico per l’intero settore industriale isolano.
L’ultimo segnale
governativo palesato nell’incontro al Mise a fine gennaio, tramite la
sottosegretaria Todde, tendeva ad una visione attendista e
confusionaria, la quale escludeva l’arrivo del nuovo combustibile
nella nostra Regione.
L' 8 aprile, come se non bastasse, Terna ha confermato il suo nuovo
Piano di sviluppo 2020 da oltre 14 miliardi, dichiarando prossima la
realizzazione del “Tyrrhenian Link”, il cavo di collegamento elettrico
fra Sicilia e Sardegna.
Apparentemente parrebbe un importante investimento realizzato da un
player strategico nazionale, ma per capire al meglio le ripercussioni
che tale opera avrebbe sulla nostra regione sarebbe opportuno porsi
alcune semplici domande: chi giova tale infrastruttura?
Che
ripercussioni avrà sullo sviluppo complessivo della nostra isola?
Con
quale energia verranno alimentati i poli industriali sardi?
Quanto
costa e, soprattutto, chi pagherà l’infrastruttura se non le bollette
dei cittadini?
Il “Tyrrhenian Link” costerà 3,7 miliardi di euro, entrerà in
esercizio entro il 2025 e collegherà elettricamente la Sicilia con la
Sardegna.
Ma vi è un punto sul quale focalizzare l'attenzione – evidenzia Loi.
Le due isole partono da una condizione energetica diversa e distante:
mentre in Sardegna le due centrali di proprietà Ep ed Enel sono
alimentate a carbone (si è in attesa che la classe politica prenda una
posizione chiara, univoca e celere sul post-decarbonizzazione con
l’inquietante incognita dell’assenza del metano), la Sicilia si sta
apprestando a riconvertire le sue centrali attraverso l'uso del
metano.
Se a questa semplice constatazione si somma l’insediamento del
prossimo cavo Terna, si può prendere atto che la Sardegna possa
ricoprire fra qualche anno, in campo energetico, il ruolo di
regolatore della produzione energetica altrui, con il rischio reale di
una fermata definitiva delle due centrali sarde.
Tutto questo a discapito dei quasi 1000 lavoratori diretti e
indiretti, delle aziende che come Ep hanno già messo in campo idee
progettuali concrete per una riconversione a biomasse e di un intero
territorio che sarebbe totalmente dipendente da terzi dal punto di
vista energetico.
Se poi si considera il fatto che il cavo terna
costerebbe quasi il doppio rispetto alla dorsale, e che il costo del
progetto avrebbe importanti ricadute sulle bollette degli utenti, a
chi gioverebbe l’infrastruttura Terna?
Non certo alla Sardegna e ai
sardi che da questo progetto avrebbero solo da perdere.
Per questo motivo, come UILTEC SARDEGNA, chiediamo con forza e
determinazione che la politica regionale intervenga decisamente
affinché non si verifichi l’ennesimo scippo ai danni della nostra
Regione.