«A distanza ormai di mesi dagli ultimi incontri istituzionali è
indispensabile riavviare i lavori e il dialogo ai livelli regionale e
nazionale sul comparto ovicaprino».
È la richiesta che la Cia Sardegna
rivolge alle istituzioni, ribadendo la necessità e l'urgenza di
mettere in atto politiche specifiche per la salvaguardia di un settore
fondamentale per l'economia isolana.
È necessario e urgente mettere in atto iniziative volte alla tutela e
valorizzazione delle produzioni, favorendo l'innovazione delle
tecniche di allevamento nonché i processi di trasformazione dei
prodotti.
Il tutto in una logica di rafforzamento della filiera che
porti a qualificare maggiormente la compagine produttiva primaria
premiandone la remunerazione.
Il settore attualmente continua a vivere
e a subire i condizionamenti determinati dalle dinamiche del mercato,
senza che siano state introdotte all'interno della filiera le regole e
gli interventi strutturali necessari a mettere in garanzia e in
equilibrio tutti i soggetti costitutivi.
«I produttori da sempre costituiscono l'anello debole e più esposto
alle frequenti crisi cicliche del comparto e vedono il proprio lavoro
non riconosciuto in termini di corrispettivi oltre che di dignità».
Attualmente, a fronte di un prezzo medio di vendita del pecorino
romano che si è attestato attorno ai 7,50 euro, ai pastori viene
riconosciuto dagli industriali un corrispettivo pari a € 0,80 al
litro, a dispetto dei 0,90 previsti nelle tabelle condivise dagli
stessi industriali a Sassari, «accordo che Cia Sardegna, da sempre, ha
reputato non sufficientemente remunerativo del prezzo del latte, e
nonostante ciò non viene perfino rispettato».
«È necessario dare piena applicazione a quanto previsto dall'art.62,
D.L 1/2012 che stabilisce che i contratti siano conclusi in forma
scritta e che contengano l'indicazione della durata del contratto,
delle quantità e delle caratteristiche del prodotto venduto, del
prezzo, delle modalità di consegna e di pagamento.
È inoltre opportuno
lo studio di nuove e più incisive strategie di commercializzazione dei
prodotti finiti, nonché sviluppare nuove competenze specifiche
riguardanti le diverse forme di marketing, partendo dalla promozione
della cultura dei prodotti del territorio».
Tutto questo mettendo in
piedi una rete di formazione e assistenza per i produttori,
trasformatori e distributori affinché si adeguino alle nuove esigenze
e ai modelli di comportamento in materia di alimentazione.
«È indispensabile riprendere i ragionamenti e la concertazione
rispetto alla “proposta del piano di autoregolamentazione dell'offerta
presentata dal Consorzio di tutela del marchio del Pecorino Romano
DOP”, che va assunta come piano obbligatorio dell'offerta.
Il prezzo
del latte deve prendere come riferimento non solo il valore di mercato
del pecorino romano, ma anche tutte le tipologie e tutti i
sottoprodotti derivanti dalla trasformazione che oggi sono esclusi dai
parametri».
E ancora, «Cia Sardegna continua a sostenere con forza
l'idea che l'organismo Interprofessionale del latte ovino in Sardegna
(Oilos) vada rafforzato e valorizzato e che sia ormai giunto il tempo
che inizi a svolgere lo scopo per il quale è stato costituito».
Partendo da queste urgenze, riteniamo quindi che debba ripartire a
tutti i livelli, da quello regionale a quello nazionale, il confronto
e la concertazione riconvocando il tavolo di filiera sull'ovicaprino
per riprendere i lavori da tempo interrotti che non possono più essere
rinviati o procrastinati.