Illustre Presidente del Consiglio, Egregi Ministri, Onorevoli
parlamentari, innanzitutto prendiamo atto di quanto varato con il
“decreto liquidità”, provvedimento che ad una prima lettura non ci
sembra comunque incidere direttamente e con efficacia sul nostro
settore.
Adesso si apre un secondo livello di intervento, per noi decisivo,
rappresentato dal già annunciato rilancio degli investimenti pubblici
che necessiterà, come da Voi anticipato, di una massiccia dose di
spesa in conto capitale. Siamo d’accordo! Ci vorrà un vero rilancio
degli investimenti, secondo una logica keynesiana tipica dei periodi
post bellici.
Ma il punto fondamentale è che oggi è a rischio la stessa
sopravvivenza del nostro comparto: c’è il pericolo concreto che
manchino gli attori che dovranno realizzare gli investimenti di un
settore che, è stato stimato, alla ripresa potrebbe valere il 22% del
PIL nazionale. La maggior parte dei cantieri sono fermi e i pochi
attivi lo sono con bassa produttività; non possiamo reggere oltre con
le nostre forze!
I prossimi trenta giorni rappresentano il termine insuperabile entro
il quale assumere provvedimenti fondamentali per assicurare
l’operatività del nostro comparto, dalla progettazione, alla
realizzazione e manutenzione di lavori pubblici e privati,
Un
imperativo assoluto deve essere quindi: non fermare le macchine e
assicurare le condizioni per far ripartire il Paese al più presto.
Per raggiungere questo obiettivo le sigle che sottoscrivono questo
accorato appello chiedono: condizioni chiare e univoche per gestire in
sicurezza i cantieri, All’importante protocollo siglato il 24 marzo
devono seguire, nell’interesse dei datori di lavoro e dei lavoratori,
regole cogenti e univoche per gestire in sicurezza i cantieri
operativi e per riavviare quelli che riapriranno, chiarendo le
responsabilità di tutti gli operatori, pubblici e privati coinvolti e
i relativi oneri, rimuovendo l’art, 42 comma 2 del decreto “Cura
Italia” che assimila l’infezione da contagio Covid-19 ad un infortunio
sul lavoro, rendendo di fatto impossibile la gestione e la riapertura
dei cantieri e invece ripartendo dalla disciplina del decreto 81/2008.
Servirà poi una forte iniezione di liquidità’ perché, nella migliore
delle ipotesi, fra tre mesi – nonostante gli ammortizzatori sociali -
non avremo più modo di assicurare gli stipendi al nostro personale con
conseguenze devastanti in termini sociali; rendiamo quindi possibile
l’utilizzo dei crediti fiscali, in corso d’anno, anche oltre i limiti
oggi esistenti ed immediatamente esigibili i crediti fiscali;
chiudiamo subito il regime dello split payment. Altra ric hiesta : il
pagamento di quanto fatto. Non chiediamo sussidi, ma di vedere pagato
quanto fatto fino alla sospensione dei cantieri, di vedere stipulare i
contratti di gare aggiudicate. Chiediamo stati di avanzamento mensili,
una ulteriore anticipazione del 20% per sostenere la liquidità delle
nostre imprese per approntare i materiali e le lavorazioni necessarie
alla ripresa dei lavori, posticipando la consegna del cantiere alla
data della ripartenza. E ' inoltre necessario un forte sostegno alla
domanda pubblica e privata.
Va definito un “Piano Marshall” per le
costruzioni che, ad esempio, alimenti gli enti locali e riavvii opere
pubbliche di piccole e medie dimensioni fondamentali anche per il
tessuto sociale dei territori; chiediamo che siano prorogati i termini
delle scadenze e rafforzate le misure delle detrazioni per le
riqualificazioni edilizie e l’efficientamento energetico e che si
attivino le procedure per renderli strutturali. E ancora : chiediamo
che siano sospesi inutili balzelli vessatori a carico degli operatori
economici, che si dimezzino i termini di ogni procedura approvativa,
che si introducano procedure che nell’emergenza e per i prossimi sei
mesi siano in grado di rendere cantierabili i lavori. Infine
esprimiamo un auspicio più generale per il futuro. Si ripensi a fondo
la struttura della Pubblica Amministrazione: basta burocrazia,
palleggi di responsabilità e lungaggini. Si modernizzi tutto e si
innestino nel sistema forti elementi di digitalizzazione e di nuove
professionalità al passo con i tempi, che sappiamo gestire gli
interventi con occhio agli obiettivi da raggiungere, assumendosi
responsabilità nel rispetto delle regole e dei controlli a valle. E’
questa l’Italia che vorremmo, se arriveremo sani alla meta.
L'appello è sottoscritto da Ance, Allelanza Cooperative
Italiane,,Anaepa,Confartigianato, Assistal Claai Edilizia,Confapi
Aniem, Cna Costruzioni,Fiae, Casartigiani,Oice e Ucsi.