L'Unione Sindacale di Base interviene ancora sulla vicenda Air Italy
ricostruendo gli ultimi tratti del percorso con riferimento alla
sentenze del Tribunale di Tempio.
"Abbiamo già detto che le ultime sentenze positive arrivate da Tempio
Pausania sui licenziamenti collettivi derivanti dall'Accordo Quadro
del giugno 2016 - sostiene Usb - sono particolarmente importanti
perché riformano le prime e uniche ordinanze sommarie negative emesse
dallo stesso tribunale a partire dall'agosto 2017, allineandone
l'indirizzo a quello già espresso da Busto Arsizio, Cagliari e dalla
Corte di Appello di Milano.
Sappiamo bene che la fine della vertenza sarà solo quando l'ultimo
lavoratore sarà reintegrato, mentre aspettiamo la discussione
dell'opposizione sul ricorso ex Art. 28 prevista a febbraio prossimo e
quella in Corte di Cassazione sulla sentenza della Corte di Appello di
Milano ancora da calendarizzare.
Adesso, però, è sempre più difficile continuare a descriverci come i
“folli”, quelli che “mandano allo sbaraglio” i lavoratori o, peggio
ancora, come i succubi dell’ ”Azzeccagarbugli”, come è stato fatto a
lungo da azienda, sindacati e istituzioni.
Il peggior accordo della storia repubblicana è stato bocciato dalla
Giustizia e dalla Storia.
Avevamo ragione noi e tutti gli altri torto. Punto.
Non era affatto facile né scontato arrivare fino a qui e per questo,
oltre al doveroso riconoscimento del lavoro fatto dagli studi legali e
il pensiero commosso rivolto ad Alessandro Meloni, permetteteci di
ringraziare pubblicamente ogni singolo delegato RSA e militante che
hanno creduto nella nostra O/S, dagli esordi del 2009 fino a questi
ultimi anni terribili dopo la mattanza, per non aver mai mollato
nonostante tutto e tutti i torti subiti.
Un particolare ringraziamento a Barbara Pili che da storica delegata,
lavoratrice e ora, nel suo nuovo percorso da collaboratrice legale, è
stata ed è il cuore organizzativo del ricorso e dell'attività che ne
consegue, prezioso aiuto nella delicatissima fase successiva alla
morte di Alessandro.
Adesso però dobbiamo chiarire quello che potrebbe accadere nel prossimo futuro.
Ben oltre il dato dell'illegittimità dei licenziamenti, il quadro
sconfortante in cui versa Airitaly è la più chiara ed esaustiva
valutazione sull'accordo del 2016. A fronte di ridimensionamenti,
licenziamenti, demansionamenti e tagli salariali, Akfed e Qatar
Airways hanno disatteso qualsiasi promessa (di impegni veri e propri
non c'era traccia negli accordi) fatta durante gli ultimi anni.
Quindi, se qualcuno volesse casomai provare anche solo a pensare di
addebitare i problemi di Airitaly ai doverosi reintegri decisi dal
tribunale, è bene non ci provi neppure. I problemi hanno radici ben
diverse e uno schema che perde si deve per forza cambiare, smettendo
di difendere le rendite di posizione.
Airitaly si trova davanti a un bivio: se rilanciarsi attraverso una
nuova missione, nuovi investimenti, nuovi aerei e rotte, riprendendosi
l'enorme mole di attività data in wet lease a bulgari e greci, oppure
semplicemente tirare a sopravvivere in dimensioni irrilevanti, con
inevitabili effetti sull'occupazione.
Siete sicuri di voler affrontare questa fase con sindacati che ancora
difendono quello stesso schema perdente fatto da risparmi sul costo
del lavoro alla base dell'Accordo del 2016?
Se si vuole davvero dare una risposta sul futuro di Airitaly, alle
persone che ci lavorano, ai propri territori, con l'obiettivo di
assicurare la tutela integrale di tutta l'occupazione, - conclude Usb
- si deve fare esattamente l'opposto di quanto fatto nel 2016,
ribaltando il concetto che le crisi le pagano solo e sempre i
dipendenti.
Altro che continuare a rivendicarlo!
Come già annunciato, aspetteremo l'esito del CdA previsto il prossimo
17 gennaio per fare una valutazione delle prossime mosse insieme a
Cobas e AP, anche se l'annunciata partecipazione del CEO di Bulgaria
Air - non si capisce in quale veste - non è un segnale incoraggiante.