Via libera dall’Assemblea dei soci del Consorzio di tutela del
Pecorino Romano DOP alle proposte di modifica del Disciplinare per
produrre ed esportare su nuovi canali di distribuzione internazionale
tre nuovi tipi di Pecorino Romano: Extra, Riserva e Montagna. L’ok dei
soci è arrivatoal termine dell’assemblea riunita nel Centro
intermodale di Macomer. Le modifiche, che erano state approvate dal
Cda del Consorzio a novembre scorso, saranno ora sottoposte al parere
del Ministero dell’Agricoltura prima e dell’Unione Europea subito
dopo.
“Iniziamo quest’anno con una sfida importante e avvincente:
affiancare al nostro tradizionale prodotto, conosciuto ed esportato in
tutto il mondo, altri tre tipi di Pecorino Romano, che del prodotto
originale conservano tutta la tradizione e l’identità affinandone però
il gusto”, dice il presidente del Consorzio Salvatore Palitta.
“Vogliamo che il nostro Pecorino Romano diventi anche un ricercato ed
elegante prodotto da tavola, da aperitivo o un sano spuntino per i
bambini. Sono molto soddisfatto dei lavori di oggi: le modifiche
approvate ci consentiranno di procedere su questa strada con le tutele
e le direttive necessarie a garantire il miglior prodotto possibile”.
Sono tre le nuove tipologie di Pecorino romano su cui punta il
Consorzio. Un Pecorino Romano “Extra” a basso contenuto di sale (non
potrà avere più del 3,5% di componente salina), un altro che avrà
l'indicazione “Riserva” con una stagionatura di almeno 14 mesi
(saranno poi applicati bollini supplementari da 18-20-24-30 mesi in
base al livello di maturazione a cui si vorrà portare il prodotto) e
un ultimo di “Montagna” (già previsto da un regolamento comunitario
che presuppone una serie di requisiti, rispetto allo standard, e una
serie di vincoli orografici, come l'allevamento al di sopra dei 600
metri o le lavorazioni in ambito territoriale fatte al massimo a 10
chilometri dal limite altimetrico).
Per poter tutelare e promuovere questi tre nuovi prodotti, la modifica
del Disciplinare di produzione è un tassello indispensabile, perché
così come è adesso il meccanismo di tutela è troppo generico per poter
funzionare con prodotti molto diversi l’uno dall’altro. “In questo
modo non ci sarà più una sola referenza, indistinta, rispetto alla
qualità, ma verranno introdotti elementi qualitativi che
differenzieranno il prodotto e ci consentiranno di affermarci su
mercati completamente nuovi o ancora solo parzialmente esplorati,
spostandoci da quelli prettamente industriali alle vendite per le
tavole”, spiega Palitta. “La componente salina, elevata per
tradizione, è sempre stata associata al Pecorino romano. Oggi, è
arrivato il momento di far arrivare un'informazione precisa al
consumatore, e la modifica del Disciplinare consente l'introduzione di
una tipologia da tavola dotata di una sua peculiare distintività: è
stato proprio l'importante ruolo che riveste la nostra Dop sia in
termini di volumi prodotti (circa il 70% della produzione lattiera
regionale) che di fatturato sviluppato, a spingerci verso un percorso
di miglioramento qualitativo del prodotto finalizzato alla
diversificazione all'interno della stessa Dop”.
L'assemblea questa mattina ha approvato anche la proposta di modifica
al Disciplinare che riguarda la riconversione degli allevamenti:
quelli che comprendono razze non presenti nell’elenco storico delle
razze idonee alla produzione di latte destinato alla DOP dovranno
entro 5 anni sostituire i capi esclusivamente con quelli previsti
dall’elenco ufficiale (Razza Sarda, di Arbus, Vissana, Sopravissana,
Massese, Comisana ecc.). L’obiettivo è quello non solo di tutelare la
storicità della razza ma anche di salvaguardare le attività umane
connesse e le caratteristiche dell’allevamento, che deve rimanere
estensivo o semiestensivo e non trasformarsi in intensivo.
Fondamentale, dunque, la sostenibilità ambientale, con una particolare
attenzione alla Razza Sarda, che ha una prevalenza territoriale
nazionale: i cambiamenti morfologici che si sono susseguiti negli anni
saranno annotati in un apposito registro, in modo da uniformare
l’identità della razza sarda ai cambiamenti che ha avuto negli anni.