La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso importante e
spesso iniquo e
ingiustificato, per le imprese della nostra Isola, in particolare per
quelle del capoluogo.
Dai dati raccolti dal portale Confcommercio
www.osservatoriotasselocali.it fino al
31 dicembre 2018 si conferma la continua crescita della Tassa sui
rifiuti pagata da
cittadini e imprese nonostante una significativa riduzione nella
produzione dei rifiuti e i
divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni
e nella stessa provincia.
Nel capoluogo i titolari di attività commerciali e
professionisti pagano molto più che nel resto d’Italia. Campeggi, distributori
carburanti, impianti sportivi e autolavaggi ad esempio possono pagare
dai 2,65 euro al
metro quadrato (Carbonia), ai 4,61 di Cagliari (la media nazionale si
attesta a 3,94 euro).
Stabilimenti balneari, piscine, impianti termali, invece a Nuoro si
ritrovano a pagare 1,79
euro, più del doppio a Cagliari: 3,68 (2,82 la media nazionale).
Sono
invece un pò più
fortunati gli alberghi con ristorante. La spesa media nazionale è di
6,63 euro, a Cagliari si
paga 6,30 euro, mentre sale la cifra a Sassari (6,84), scende a
Carbonia (5,05). Tariffe alte
anche per i negozi di abbigliamento, calzature, librerie, cartolerie,
ferramenta, e altri beni
durevoli. A Cagliari si arriva a pagare 7,03 euro, la media italiana è
di 5,92 euro, a
Carbonia si spende 4,03. Stangate anche per i bar e pasticcerie perché
se a livello
nazionale si paga 16,08, a Cagliari si arriva a 23,59, quasi un terzo
invece a Carbonia
(9,14).
Un caso a parte è Oristano che registra costi per le categorie
sopracitate più bassi rispetto
agli altri capoluoghi di provincia. Un negozio di ortofrutta paga ad
esempio 9,53 euro al
metro quadrato e un ristorante 12,22 euro, un negozio di abbigliamento
invece 3,65, un
albergo con ristorante 4,49 con differenze anche sostanziali.
In Sardegna complessivamente si paga 254 euro in media, con una flessione del -
3,3 per cento rispetto all’anno precedente.
“La situazione fotografata in Sardegna richiede risposte urgenti per
avviare una profonda
revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi
inquina paga’ e tenga
conto delle specificità di determinate attività economiche delle
imprese del terziario .
Il
rispetto di questo principio favorirebbe anche l’eliminazione delle
discriminazioni tra
imprenditori che pur svolgendo lo stesso mestiere pagano diversamente
lo stesso tipo e
quantitativo di rifiuto prodotto”, ha detto Sara Pintus coordinatrice
regionale di
Confcommercio, "c’è ancora molto da fare servono azioni concrete
ed efficaci che
incidano uniformemente sul territorio affinché la tassa sia più equa e
proporzionata”.