Il Consorzio industriale provinciale di Sassari chiude il bilancio
2018 in segno positivo, con un utile della gestione caratteristica di
oltre 156 mila euro. Il lusinghiero risultato certifica un ciclo di
rinnovamento del CIP Sassari, testimonianza della trasformazione del
Consorzio in una vera e propria azienda, che vive di ricavi propri
senza percepire contributi pubblici.
«Sono molto soddisfatto di chiudere un percorso in cui abbiamo portato
la gestione caratteristica in positivo, per la prima volta dopo
diversi anni, dopo una lunga e faticosa riorganizzazione della
struttura che ci ha portato a rinnovare valorizzando le risorse umane
a disposizione, consentendoci di intervenire sui costi e aumentando i
ricavi», spiega il presidente del Consorzio, Pasquale Taula.
Nel 2018 si è raggiunto un importante incremento del fatturato,
perfettamente in linea con quanto anticipato nel bilancio di esercizio
2017 e in quello di previsione 2019-2021, registrando un’inversione
del trend negativo, con un attivo della gestione caratteristica come
non avveniva da 6 anni: un risultato che risalta in misura ancora
maggiore se si tiene conto dello scenario industriale del nordovest,
rimasto orfano degli ormai irraggiungibili fatturati ottenuti tempo
addietro grazie alla chimica di base.
Nel sito di Porto Torres, vero traino del CIP Sassari, rimane attivo
attualmente soltanto l’impianto degli elastomeri Versalis,
desolatamente solo nel deserto industriale.
È per guardare al futuro che il Consorzio ha in questi ultimi cinque
anni avviato una serie di interventi, riassunti nel Piano di
riconversione e riqualificazione dell’Area industriale
Sassari-Alghero-Porto Torres che per il quinquennio 2017-2021 prevede
interventi per 40 milioni di euro, definiti prioritari dal Ministero
dello Sviluppo economico: dalla Macroisola per riportare a nuova vita
l’area dell’ex polo petrolchimico turritano alla realizzazione di un
hub costiero per il GNL, dal polo tecnologico Litehouse a San Marco
fino al revamping del depuratore e all’ampliamento della discarica
consortile.
E ancora, il riconoscimento della Zona economica speciale a Porto
Torres, Sassari e Alghero, il primo progetto comunitario del Consorzio
(MarittimoTech) e il contributo al perfezionamento del progetto
Optimed per un porto industriale che, da troppo tempo, manca nel nord
ovest della Sardegna.
«Tirando le somme di quest’esperienza – aggiunge Taula – non posso non
ricordare l’introduzione del Progetto performance, in collaborazione
con l’Università di Ferrara: l’azienda ha potuto così definire i premi
di produttività per ogni dipendente, erogati sulla base del
raggiungimento di singoli obiettivi specifici. Siamo contenti di aver
raggiunto un buon grado di aziendalizzazione in una struttura che è
sempre stata sana, ma che aveva bisogno di un riordino dei conti e
della metodologia della gestione».