“Finalmente è arrivato in Gazzetta Ufficiale un provvedimento che, da
parecchio tempo, auspicavamo e invocavamo, anche se l’Esecutivo
avrebbe potuto “osare di più””.
E’ questo il primo commento al Decreto “Sblocca cantieri”, approvato
venerdì scorso, del Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna,
Antonio Matzutzi.
“Ovviamente, a questo primo intervento, auspichiamo possa seguire un
importante stanziamento economico sulle opere pubbliche – sottolinea
Matzutzi - recenti dati sugli appalti, infatti, ci hanno ricordato
come la Sardegna, nel giro di pochi anni, abbia subito una fortissima
contrazione degli investimenti statali: circa mezzo miliardo in meno
in 8 anni”.
“In ogni caso – continua il Presidente dell’Organizzazione
Artigiana - nella definizione degli appalti, sarà necessario tener
conto delle dimensioni delle aziende locali: inutile bandire mega
appalti per i quali, poi, le realtà isolane saranno escluse o, al più,
lavoreranno in subappalto per non rientrare neanche delle spese vive”.
Per il settore artigiano, Confartigianato Sardegna apprezza
l'innalzamento dal 30% al 50% del tetto massimo di subappalto. Il
testo prevede, inoltre, anche la possibilità di aggiudicare le
commesse tenendo conto solo del prezzo più basso fino alla soglia Ue
di 5,5 milioni di euro, con l'obbligo di escludere le offerte anomale.
Il principale obiettivo della norma, infatti, è quello di accelerare
l'iter dell'assegnazione degli appalti di minore importo e quindi
viene confermata la quota di 40 mila euro come soglia per gli
affidamenti diretti da parte dei funzionari delle PA, e
contemporaneamente viene alzato da 150 a 200 mila euro il tetto
massimo per assegnare gli appalti con procedura negoziata, con invito
ad almeno tre operatori.
Oltre i 200 mila euro il decreto prevede
invece l'obbligo di procedere con gara, a procedura aperta, ma con
aggiudicazione al massimo ribasso e esclusione delle offerte anomale
per snellire le procedure. Il decreto riforma inoltre i requisiti
tecnico-economici di accesso alle gare sopra i 150 mila euro e per
l’attestazione SOA permettendo alle imprese di non utilizzare i
requisiti degli ultimi 10 anni ma bensì degli ultimi 15, è prevista
l'abrogazione di alcune disposizioni cervellotiche quali l'indicazione
della “terna” dei subappaltatori ed infine del limite del 30% per
l'offerta economica e dell'obbligo dell'offerta di qualità/prezzo per
importi sottosoglia comunitaria.
“A fronte di questi aspetti positivi – rileva Matzutzi - se ne
aggiungono però degli altri che non soddisfano completamente il nostro
settore, come ad esempio la mancanza della chiamata alle gare in via
preferenziale delle imprese del territorio in cui si svolge il lavoro
e l’esclusione totale dei CAM (criteri ambientali minimi) o per lo
meno sotto la soglia dei 150 mila euro”. “Ad ogni modo – conclude il
Presidente di Confartigianato Sardegna - si potrà avere un bicchiere
“mezzo pieno” solamente se questo decreto darà immediatamente impulso
alle grandi e piccole opere del nostro territorio.
Quindi saranno i
prossimi mesi a indicarci se questo intervento del Governo sarà
sufficiente a rilanciare l’economia del nostro Paese e della nostra
regione”.
Come detto, tra il 2009 e il 2017, in Sardegna, gli investimenti
pubblici in infrastrutture sono crollati del 35,1%, registrando una
contrazione di 449milioni di euro. Per effetto di tale diminuzione,
nel 2018 il loro valore ha superato di poco gli 800 milioni di euro
utilizzati per la costruzione, manutenzione, acquisto di edifici o
altri beni quali strade, porti, aeroporti e consolidamento di centri
abitati. Tale condizione, ha messo in seria difficoltà le 23.410
piccole imprese di manifattura, costruzioni e trasporti, interessate
allo sviluppo infrastrutturale sia come utilizzatrici delle opere
pubbliche sia perché coinvolte nella loro costruzione e manutenzione,
che nell’Isola danno lavoro a 64.340 addetti.
Oltre questa condizione,
sul ritardo degli investimenti e sul gap infrastrutturale della
Sardegna, continuano a influire procedimenti burocratici farraginosi
che, in molti casi, allungano anche i tempi dei pagamento della
Pubblica Amministrazione verso le imprese.
Una recente indagine nazionale di Confartigianato, su dati
dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, ha calcolato che sui 4,5
anni che occorrono, in media, per la realizzazione di un progetto in
Sardegna, 2,6 anni vengono utilizzati per la progettazione, 0,6 per
l’affidamento e 1,3 per l’effettiva esecuzione dei lavori. Sul totale,
il 54,3% del tempo si perde nei tempi morti dei procedimenti
burocratici e autorizzativi ma tale percentuale tocca il picco massimo
del 59,6% per le opere che interessano maggiormente le piccole
imprese: quelle con un valore sotto i 100 mila euro.