Il critico Philippe Daverio, il presidente del Consiglio regionale
toscano Eugenio Giani e il direttore della galleria degli Uffizi Eike
Schmidt hanno inaugurato al Palazzo dei Congressi di Firenze tourismA
2019, il salone internazionale del turismo archeologico e del turismo
culturale di cui la Sardegna è l’ospite d’onore. È la prima volta che
tourismA dedica il suo evento a una regione anziché un Paese estero.
L’inaugurazione. Proprio la sala Sardegna ha ospitato il taglio del
nastro, cui hanno presenziato il direttore di tourismA Piero Pruneti e
l’editore Carlo Delfino, partner della manifestazione e organizzatore
della delegazione sarda, accompagnato dal suono delle launeddas di
Sergio Lecis. Un grande onore per l’Isola che, ha detto Giani, è come
una gemella per la Toscana: «Sono realtà che hanno profondamente
dialogato e avuto momenti storici di grande comunanza.
Ci sono sempre
stati degli scambi che hanno portato, ad esempio, la partorizia, per
lungo tempo un elemento fondamentale della nostra economia. Sono due
regioni sorelle e in qualche modo una mostra come questa sublima
questo aspetto che mi piace considerare come una spinta per il futuro
perché questi scambi possano essere sempre maggiori e più forti».
Philippe Daverio si è invece soffermato sulle prospettive che per
l’Isola potrebbe avere il turismo archeologico e culturale: «La
Sardegna ha una serie di contenuti straordinari non abbastanza
percepiti. Serve un turismo diverso da quello di massa: si potrebbero
avere 10 mesi di agiatezza e non solo i due e mezzo balneari. C’è
un’eredità museale importantissima, come il museo di Cagliari o il
piccolo sacrario di Costantino Nivola che hanno pochi visitatori, o
ancora la grande eredità lasciata da Pinuccio Sciola: si potrebbe
pensare, ad esempio, a un museo che racchiude l’estetica del sasso che
raduni Sciola, Nivola e Mario Sironi: non è facile per il limite
tecnico della bassa popolazione sarda, ma c’è molto da fare»
Gli appuntamenti. L’evento, organizzato dalla rivista Archeologia Viva
(Giunti editore), raduna istituzioni, esperti, archeologi, giornalisti
da tutta Europa per una tre-giorni di conferenze e presentazioni di
altissimo livello. La prima giornata ha ospitato, tra gli altri
eventi, il convegno “Sardegna. Museo a cielo aperto – incontri con
l’archeologia dell’Isola” che ha ripercorso la storia sarda dal
Paleolitico al Medioevo. Moderato da Alberto Moravetti dell’Università
di Sassari, l’incontro ha ospitato gli interventi di Fabio Martini
dell’università di Firenze sul Paleolitico, del direttore del Menhir
Museum di Laconi Giorgio Murru sul rapporto tra ipogeismo e megaliti,
Riccardo Cicilloni dell’università di Cagliari su dolmen e tombe dei
giganti, Angela Antona della soprintendenza di Sassari e Nuoro su
nuraghi e paesaggio, Gianfranca Salis della soprintendenza di Cagliari
sulla civiltà nuragica del sacro, Anna Depalmas dell’Università di
Sassari sugli incontri tra le sponde del Mediterraneo, Michele Gurguis
dell’università di Cagliari sulla Sardegna tra IX e VI secolo,
Raimondo Zucca dell’Università di Sassari sulla Sardegna romana e
Marco Milanese, ancora dell’ateneo sassarese, sull’Isola al tempo del
Medioevo.
Gli interventi hanno affascinato il pubblico che ha gremito
la sala verde, tra cui molti non sardi e tantissimi studenti, che
hanno partecipato a una full-immersion nel passato ascoltando le mille
storie dell’archeologia sarda.
Raimondo Zucca ha poi partecipato, nel pomeriggio, al XV incontro di
Archeologia Viva, portando all’attenzione le statue dei giganti di
Mont’e Prama, grandi protagonisti di tourismA: dodici riproduzioni dei
giganti, elaborate dalla bottega artigiana di Carmine Piras, accolgono
i visitatori nei giardini del Palazzo.
L’evento, patrocinato dalla Regione Sardegna e dalle Soprintendenze
archeologiche regionali e dell’Università di Sassari, vede raccolti
nella stessa sede Unioncamere Sardegna, l’Unione dei Comuni della
Trexenta, la Comunità Montana Sarcidano Barbagia di Seulo, la Città di
Alghero – Fondazione Alghero, i Comuni di Bonorva, Borutta e Torralba,
i tre aeroporti sardi di Cagliari Sogaer, Olbia Geasar e Alghero
Sogeaal, l’Associazione culturale Archeofoto Sardegna, la Bottega
artistica di Carmine Piras (Oristano) e Teravista (Cagliari). L’intero
Palazzo è allestito con suggestive immagini del patrimonio sardo,
curate da Nicola Castangia e Maurizio Cossu, tutte corredate dal logo
che Carlo Delfino Editore ha studiato per la rassegna: la “A” di
Archeologia che, stilizzata, rievoca un nuraghe con richiami alle
sfumature della terra, del sole e del cielo.