“Stop immediato alla carne di maiale importata dal Belgio dopo la
scoperta di due casi di peste suina africana”. Coldiretti Sardegna si
associa all’appello della sua Organizzazione nazionale dopo la
scoperta delle autorità sanitaria belghe nella città di Etalle, a
circa dieci chilometri dalla Francia.
“Per noi che lottiamo con la peste suina da 40 anni e subiamo il
blocco delle esportazioni sarebbe una beffa - commenta il direttore di
Coldiretti Sardegna Luca Saba - Sarebbe il colmo vanificare i tanti
sforzi che stiamo facendo non senza tensioni per via di un virus
portato dall’estero”.
Dopo la scoperta l’Autorità per la sicurezza alimentare del Belgio
(Afsca) si è subito attivata con i ministeri competenti per stabilire
misure d’urgenza per evitare l’estendersi della malattia agli animali
allevati.
Francia e Lussemburgo hanno già chiesto misure di protezione
allertando i propri servizi di sicurezza alimentare e i ministeri
competenti anche in considerazione del fatto che il Belgio mantiene in
questo momento lo status di “indenne da malattia” per quanto riguarda
gli allevamenti suinicoli e non è dunque sottoposto ad alcun vincolo.
Tra l’altro l’Italia importa dal Belgio suini vivi e carni fresche e
lavorate per un valore di oltre 52 milioni, in crescita nel 2017 del
4% rispetto all’anno precedente.
“E’ fondamentale stringere i controlli nei porti e conoscere la carta
di identità di tutti gli animali che arrivano nella nostra isola per
garantire non solo il nostro patrimonio zootecnico ma anche i
consumatori – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista
Cualbu –.
Le nostre carni di suino subiscono il blocco delle
esportazioni dal 2011 e da 40 anni il settore fa i conti (pesanti) con
la peste suina. In termini economici questa ci è costata tantissimo.
Soprattutto alle aziende che sono anche quelle che più di tutte hanno
investito in biosicurezza e innovazione diventando da esempio per
tutta Europa. Proprio grazie a loro siamo riusciti a portare la carne
di suino ad Expo e poi aprire una breccia nel mercato extra regionale
con il termizzato, cotta a 80 gradi, ed oggi anche con il maialetto
sott’olio. Adesso stanno maturando i tempi per aprire l’esportazione a
tutta la carne suina e sarebbe inaccettabile essere bloccati per
mancanza di controlli in ingresso”.
Come ha ricordato il vice presidente nazionale di Coldiretti Ettore
Prandini “l’allarme scattato in Belgio conferma ancora una volta la
necessità di introdurre subito l’obbligo dell’etichetta d’origine su
tutti i salumi e i prodotti trasformati, che abbiamo più volte chiesto
alle istituzioni, in una situazione che vede oggi due prosciutti su
tre venduti in Italia provenienti dall’estero. Ma occorre anche
togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica
delle aziende che importano prodotti per consentire interventi rapidi
e mirati”.