Il comparto del turismo all’aria aperta, rappresentato da FAITA
Federcamping Sardegna, tra il 15 luglio e la fine di agosto ha
registrato, a causa delle condizioni metereologiche avverse e al caro
prezzo dei trasporti da e per la Sardegna, una flessione (-20%
rispetto al 2017) della presenza di turisti che viaggiano con mezzi
propri come camper, caravan e tende. Di contro gli operatori del
settore hanno registrato un vero e proprio boom di richieste (+30-35%
rispetto al 2017) per soggiornare in strutture di proprietà dei
villaggi e dei campeggi, come casette mobili, bungalow...
Una domanda che, nella maggioranza dei casi, non è stato possibile
soddisfare per la carenza delle strutture stesse.
“La flessione delle presenze registrata dalle nostre strutture
ricettive nel mese di agosto – ha detto Giuseppe Vacca, Presidente di
FAITA FederCamping Sardegna – è imputabile a una serie di motivi: il
caro-traghetti, il maltempo, l’assenza di servizi accessori nei
villaggi e campeggi.
Il nostro principale target, la famiglia, è
scoraggiata a scegliere la Sardegna come meta per le vacanze per i
prezzi decisamente alti dei traghetti.
Quest’anno, poi, molti ospiti, soprattutto coloro che viaggiano in
tenda, camper e caravan, sono stati costretti a lasciare in anticipo
le strutture ricettive per le continue piogge. Per far fronte
all’emergenza maltempo, alcune delle nostre strutture hanno messo a
disposizione dei clienti giacigli di fortuna ad esempio nelle verande
e nei ristoranti. Altro grande problema è la mancanza di servizi come
palestre e centri benessere, un'alternativa nei giorni di maltempo,
che la classe politica non ci permette di creare. Nei camping delle
altre regioni d'Italia questi servizi esistono già, perché la politica
sarda non consente di realizzarli rendendo le strutture ricettive
competitive a livello nazionale e all’avanguardia?”.
“Non possiamo, infine, accettare, perché fortemente penalizzante, la
recente decisione del Consiglio Regionale che ha ridotto ulteriormente
la quota dei posti letto per le dotazioni mobili portandola dal 35% al
25% di tutti i posti tenda di un campeggio. Nonostante la leggera
ripresa del settore registrata in questa prima metà di settembre – ha
concluso Vacca – la situazione per il turismo all’aria aperta risulta
essere preoccupante.
Ma a pagarne le spese, se le Istituzioni non interverranno con
prontezza, non sarà solo il nostro comparto ma la Sardegna tutta in
termini economici, sociali e di immagine”.