Spigliata e spontanea, linguaggio chiaro e informale con passaggi di
gradevole ironia, la divulgatrice scientifica dal fisico gracile e dal
carattere forte ha illustrato i segreti del “mestiere” di fronte al
pubblico sassarese dell’Auditorium ex convento del Carmelo. Un
pubblico composto in prevalenza da studenti che non hanno lesinato
applausi, quasi ipnotizzati sino all’ultimo minuto per ben tre ore di
fila.
Silvia Bencivelli, giornalista scientifica freelance tra le più
affermate in Italia, si è presentata così al secondo appuntamento
degli “Incontri ravvicinati con la scienza” – organizzati dal Circolo
Culturale Aristeo e dalla Società Astronomica Turritana – con la
naturalezza e la capacità attrattiva che caratterizza i grandi
divulgatori.
Medico, docente universitaria, autrice e conduttrice radiotelevisiva
per la Rai, collaboratrice di numerosi quotidiani e scrittrice,
Bencivelli ha ripercorso alcuni passaggi fondamentali della storia
scientifica del Novecento. Esempi che vanno da Einstein a Oppenheimer
fino al progetto Manhattan che ha portato alla realizzazione della
bomba atomica americana, e con essa alla presa di coscienza
dell’importante ruolo svolto dagli scienziati per le sorti dell’intera
umanità.
«Bisogna conoscere la scienza per non essere talebani della scienza –
ha spiegato ai ragazzi –. La verità non è un concetto dogmatico, ma
provvisorio, e gli scienziati spesso riflettono inconsciamente nelle
loro teorie le costruzioni sociali e politiche della loro epoca».
Tra gli esempi più significativi, Bencivelli ha evidenziato alcune
scoperte scientifiche viste attraverso il filtro delle titolazioni dei
giornali.
È stato palese lo stupore degli studenti nel verificare che
le stesse notizie apparivano assai diverse sui quotidiani di destra
rispetto a quelli di sinistra.
Ben più complesso il discorso sulle fake-news, a partire dalle più
comuni paure diffuse sui social network, come quelle sull’olio di
palma, sui vaccini o riguardo al gluten free. Secondo la divulgatrice,
il problema nasce ben prima di internet (che tuttavia permette alle
notizie di propagare velocemente e appiattisce l’autorevolezza). Basti
pensare al celebre aneddoto su Nerone che avrebbe incendiato Roma, una
bufala clamorosa che tutti ancora conosciamo come vera. In quel caso
però, a fare la parte di facebook fu Svetonio.
Ma di chi è la colpa se esistono le bufale? La Bencivelli non ha
dubbi: è del nostro cervello. Un organo che sembra predisposto per
cadere nei tranelli, per credere nelle favole e nei complotti:
«Preferisce vedere il ghepardo dietro un cespuglio anche quando è un
gatto, piuttosto che essere ottimista e rischiare di essere mangiato».
E allora cosa fare? Le misure per difendersi sono quattro. In primis
dare fiducia ai professionisti, soprattutto in campo medico, e in
particolare alla maggioranza e non ai “guru” isolati. Non dare credito
a chi teme il confronto con la comunità scientifica, ma preferisce
esposizioni da palcoscenico televisivo. Cercare di capire quali siano
gli interessi di chi manifesta singolari posizioni scientifiche e,
infine, imparare a fare esercizio su di sé riconoscendo i propri
errori: «Dire “io ci sono cascato” è un esercizio che dovremmo fare
tutti, anche perché nessuno può dirsi al sicuro dalle bufale».
Il prossimo appuntamento con gli “Incontri ravvicinati con la scienza”
è il 18 dicembre al Liceo Marconi, dove alle 11, l’astrofisico Andrea
Possenti presenterà l’intervento “Astronomia o Astrofisica?”. La
partecipazione è gratuita e su prenotazione. Per informazioni chiamare
il 339 7760176.