Storie a lieto fine di bimbi nati prematuri, venuti al mondo prima che
si sia completata la 37esima settimana di gestazione. Storie di chi ha
iniziato un percorso in salita, fatto di bisogni speciali. Storie di
genitori speciali che quei neonati non hanno mai lasciato soli, dando
loro quel particolare sostegno per farli crescere e vederli diventare
bambini, ragazzi, adulti. E ancora, storie di chi, purtroppo, non ce
l'ha fatta, circondato dal calore e dall'amore dei genitori e dagli
sforzi della medicina che, dagli anni Sessanta a oggi, ha ridotto
notevolmente i tassi di mortalità dei neonati prematuri.
Questo e molto altro ancora vuole raccontare l'appuntamento che la
Clinica di Neonatologia dell'Aou di Sassari ha organizzato per il 17
novembre, in occasione della “Giornata mondiale della prematurità”.
Un open day, il primo per la Clinica diretta da Giorgio Olzai, che
dalle ore 12 alle ore 17 condurrà il “visitatore” lungo un percorso di
immagini, video e foto sino alle porte della terapia intensiva dove,
all'interno delle incubatrici, i piccoli sono seguiti da medici,
infermieri, personale di supporto e genitori nel loro cammino verso la
“maturità”. Un percorso che vuole raccontare la realtà della
prematurità e le problematiche a essa legate. Ma per la Clinica di
Neonatologia l'iniziativa vuole essere anche occasione per trasmettere
un messaggio di speranza all'esterno della mura, dove racchiude e
protegge quei piccoli bimbi nati troppo presto e che pesano poco più
di una piuma. In questo viaggio di immagini è prevista la
partecipazione di ex pazienti, ora cresciuti, e di genitori che
potranno portare la preziosa testimonianza della loro esperienza nella
terapia intensiva neonatale dell'Aou.
Secondo i dati del Ministero della Salute, ogni anno nel mondo circa
15 milioni di bambini nascono prima del termine di 37 settimane per
una gravidanza completa, con un rapporto di oltre una nascita
pretermine ogni dieci. In Italia, ogni anno nascono circa 40 mila
bambini prematuri che rappresentano il 6,9-7 per cento dei nati.
A Sassari la percentuale sale sino al 13,5 per cento, dato
riconducibile al fatto che, nella clinica di Ostetricia dell'Aou,
vengono conteggiate anche le gravidanze a rischio del bacino di utenza
della Neonatologia. Piccoli bimbi grandi tanto da stare quasi nel
palmo di una mano e dal peso che, nella maggior parte delle volte, non
supera il kg.
E se ancora non sono spiegati i motivi di molte nascite pretermine, –
secondo gli esperti di Epicentro, il Centro nazionale per la
prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Istituto
superiore di sanità – nei Paesi ad alto reddito il loro incremento
risulta associato all’aumento dell’età materna al parto, al maggiore
ricorso alle tecniche di procreazione assistita con conseguente
maggiore frequenza di gravidanze gemellari e, in alcuni Paesi, ai
tagli cesarei effettuati prima della 38esima settimana di gestazione.
Il tasso di sopravvivenza per i neonati prematuri è, per fortuna, in
continuo miglioramento grazie ai progressi compiuti dalla scienza.
«Il bambino pretermine – spiega Giorgio Olzai – inizia un percorso in
salita, con difficoltà inizialmente massime, dovute all'immaturità
degli organi. Un cammino complesso e complicato con esiti che, in
alcuni casi, il bambino porterà con sé per tutta la vita». Un bambino
con problemi speciali, da quelli respiratori a quelli visivi, che
troverà in genitori speciali il supporto per la sua crescita. «Peché
non basta essere ospitati in una incubatrice per sopravvivere e
continuare a crescere – aggiunge il responsabile della Clinica – e
nessun supporto tecnologico potrà mai sostituire l'utero materno. Ecco
che la nostra terapia intensiva neonatale, da anni ormai, si è aperta
alla presenza dei genitori che partecipano attivamente alle varie fasi
di cura e assistenza: fondamentale diventa il contatto con il piccolo
e l'approccio all'alimentazione».
Per le mamme è diventato importante il supporto che la struttura
sassarese ha fornito nel tempo, arrivata sino a prevedere una sezione
balie in grado di ospitare 12 mamme per il soggiorno notturno e altre
ancora per il soggiorno diurno. «Questo – conclude Giorgio Olzai –
consente alla mamme di stare vicino ai loro piccoli, permette un
precoce contatto e favorisce l'allattamento materno che potrà
proseguire anche dopo le dimissioni».
Attualmente la struttura dell'Aou di Sassari dispone di una terapia
intensiva neonatale, di una terapia sub-intensiva, di una patologia
neonatale. Nella Clinica lavorano 12 medici e 32 infermieri. Nel 2016
al primo piano della palazzina del Materno infantile sono stati
ospitati 440 neonati, la metà circa dei quali nati prima della 37esima
settimana.