Complice il loro successo nel mondo,
criptovalute e blockchain sono diventate una realtà concreta da implementare
nei settori più disparati - perché si sa, più uno strumento è comodo, più tende
ad essere impiegato in molteplici modi.
Grazie alla sua grande versatilità, la
blockchain è stata applicata anche al turismo ed insieme hanno tutto il
potenziale per formare un’accoppiata vincente, essendo questa un’industria che
punta sempre più all’attenzione al cliente/turista, alla sicurezza e ad
esperienze altamente personalizzate: esigenze che la blockchain è in grado di
soddisfare proprio per le sue caratteristiche.
Lo sanno bene dei ricercatori del
Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Cagliari, che ormai
da diverso tempo hanno condotto degli studi arrivando alla creazione di una
moneta digitale simile al Bitcoin, che ha come obiettivo il miglioramento del
settore turistico in Sardegna. Creata nel 2018, la criptovaluta – chiamata
SardCoin – è stata pensata per circolare esclusivamente nell’isola, promuovendo
un’evoluzione del settore turistico in quello che viene chiamato Turismo 4.0.
Il progetto, finanziato dalla Regione per 270 mila euro, ha visto la
partecipazione di ben tredici aziende e punta a rendere più semplice la
fruizione dei servizi turistici e, ovviamente, a promuoverli.
Ma come funziona esattamente il
SardCoin? Innanzitutto bisogna sapere come opera una blockchain, il registro criptato,
decentralizzato e condiviso tra un network di stakeholders in cui avvengono
delle transazioni digitali tramite cui si possono vendere e acquistare criptovalute. L’idea alla base del progetto del
SardCoin vede, come strumento iniziale, dei coupon di varia natura destinati ai
servizi turistici, che vengono successivamente trasformati in monete digitali,
i SardCoin appunto. I coupon dunque vengono dotati di una nuova veste tutta
elettronica, diventando “smart”, e la blockchain diventa una grande rete in cui
amministrarli e farli circolare in tutta sicurezza tra operatori turistici –
alberghi, ristoranti, musei, agenzie di viaggio ecc. – e turisti.
L’idea è quanto mai vincente, poiché
ciò che questo progetto ambizioso si propone di raggiungere è rendere il
SardCoin la nuova moneta elettronica del turista, sfruttando quel fenomeno di “gamification”
grazie al quale, attraverso l’interattività di questa nuova tecnologia, gli utenti
sono invogliati ad adottare un comportamento attivo, facendo quindi in modo che
non sia solamente uno strumento di incentivazione, ma un catalizzatore per la
promozione del turismo e dei suoi servizi a tutti gli effetti.
La “zecca” del SardCoin è situata
dunque nel Dipartimento di Matematica e
Informatica dell’Università di Cagliari, dove risiede anche il team che l’ha ideato, guidato dal
responsabile scientifico Michele Marchesi e composto da docenti, ricercatori e
assegnisti. Un ambiente tutt’altro che neofita, spiccando a livello
internazionale nel campo dell’innovazione, per lo sviluppo di software e nella
ricerca sulla tecnologia blockchain.
A pensare al connubio blockchain-settore
turistico in realtà la squadra di Marchesi
non è stata l’unica: da tempo infatti anche altri paesi hanno strizzato
l’occhio a questa combinazione vincente, come ad esempio la Norvegia e gli Emirati
Arabi. Mettere al servizio del settore turistico – uno dei più fiorenti al
mondo - criptovalute e blockchain infatti, consentirebbe di velocizzare e
semplificare molti iter cui sono obbligati a rispettare operatori turistici e
visitatori stessi, a tutto beneficio della città o paese che le adotta, poiché
aumenterebbe sicuramente il proprio vantaggio competitivo.
Alcuni esempi di quello che porterebbe
un’implementazione della blockchain nel turismo, sono sicuramente una grossa riduzione
delle frodi, in quanto la sicurezza – punto chiave della tecnologia blockchain
– ridurrebbe quasi del tutto il rischio di truffe; si registrerebbe inoltre una
velocità delle transazioni molto maggiore rispetto ai metodi tradizionali,
poiché verrebbero eliminati gli intermediari, consentendo delle operazioni più
immediate tra fornitore e consumatore finale e dando anche la possibilità ai
vari utenti di utilizzare criptovalute come Bitcoin e altcoin. Come conseguenza,
ovviamente vi sarebbe un netto miglioramento ed efficienza dei servizi offerti.
Tra le monete digitali certamente il
Bitcoin è quello più conosciuto essendo stato anche il primo “conio”
elettronico ad essere presente sul mercato. Il controllo quotidiano del suo
andamento da parte dei traders e le loro valutazioni nel futuro, infatti
dimostrano quanto ormai questo sia radicato nel mondo dell’economia e della
finanza, tanto che attualmente nonostante il saliscendi, Bitcoin, Ethereum e
Ripple, sulla via del rimbalzo, sono classificate come le criptovalute più capitalizzate.