"Serve una legge sull'eutanasia" - La pandemia ha lasciato sole le famiglie con disabili gravi

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  È il sollecito inviato alle istituzioni da Ida Romani, di Grottammare, che oggi nell'Aula del consiglio regionale, nel corso della seduta aperta dedicata alla Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, ha letto una lettera del fratello Nicola, disabile gravissimo dalla nascita. "Mio fratello ha una disabilità fisica gravissima- spiega Ida Romani alla Dire-. Nella lettera sollecita le istituzioni a varare una legge sull'eutanasia. Lui ha alle spalle una famiglia ed ha abbastanza forza da poter superare tutti i dolori ma ci sono persone che ci pensano e riteniamo che ci debba essere una legge che le tuteli nel momento in cui intendono prendere questa decisione con cognizione di causa. L'eutanasia è un diritto, non è detto che occorra farci ricorso ma va riconosciuto. È un percorso difficile che ci fa paura ma è giusto che ci sia e che sia riconosciuta da una legge dello Stato". 

   Secondo Romani si tratta di "una legge che ci deve essere per chi, anche con più difficoltà di mio fratello, ha il diritto di fare questo percorso con una persona accanto perché se io, ad esempio, volessi fare questo percorso con Nicola sarei accusata di omicidio e non è giusto, non devo andare fuori". Le difficoltà di Nicola e della sua famiglia, come quelle di tutte le famiglie di persone disabili, sono state ulteriormente peggiorate dall'emergenza sanitaria. "Durante la pandemia le istituzioni sono andate comprensibilmente in tilt e le famiglie dei disabili sono state lasciate a se stesse- conclude Ida Romani-. Ci siamo ritrovati improvvisamente senza assistenza domiciliare, senza operatori e senza sapere come fare. E tutto questo non ha fatto altro che aggravare una situazione già grave. Siamo stati abbandonati dalle istituzioni anche se capisco non sia colpa loro bensì dell'emergenza ma occorre prepararsi alle emergenze".