Dopo parecchi anni di lavoro e – nel piccolo – tante azioni legali e
di sensibilizzazione da parte dell’associazione ecologista Gruppo
d’Intervento Giuridico onlus, sta giungendo a positiva conclusione
l’operazione di accertamento dei demani civici presenti nel territorio
isolano da parte dell’Agenzia Argea Sardegna, delegata in materia
dalla Regione autonoma della Sardegna.
E’ stato così finalmente reso nuovamente consultabile l’Inventario
regionale delle Terre civiche, il documento fondamentale, di natura
ricognitiva, per la conoscibilità dei terreni appartenenti ai demani
civici in Sardegna.
Secondo quanto oggetto di provvedimenti di accertamento da parte
dell’Agenzia Argea Sardegna, risultano terreni a uso civico in 339
Comuni sui 369 su cui sono state condotte le operazioni.
I Comuni
sardi sono 377: mancano ancora le attività di accertamento su 8
Comuni, nei quali si stima, comunque, la presenza di terre collettive.
In 30 Comuni, al termine delle operazioni, non sono risultati terreni
a uso civico.
Complessivamente (considerando anche gli ultimi 8 Comuni dove devono
esser svolte le operazioni di accertamento, ma dove se ne stima la
presenza), dovrebbero essere 347 su 377 i Comuni dove sono presenti i
demani civici, ben il 92% dei Comuni sardi.
Sono stati, inoltre, verificati e aggiornati i dati (estensione,
catasto, ecc.) relativi a 168 demani civici, rimangono da aggiornare i
dati relativi ad altri 171 demani civici.
L’estensione complessiva delle terre collettive finora accertate è di
circa 306.685 ettari, pari al 12,64% dell’Isola.
Come noto, i terreni a uso civico e i demani civici (legge n.
1766/1927 e s.m.i., legge n. 168/2017, regio decreto n. 332/1928 e
s.m.i., legge regionale Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)costituiscono un
patrimonio di grandissimo rilievo per le Collettività locali, sia
sotto il profilo economico-sociale che per gli aspetti di salvaguardia
ambientale (valore riconosciuto sistematicamente in
giurisprudenza)[1].
I diritti di uso civico sono inalienabili, indivisibili, inusucapibili
e imprescrittibili (artt. 3, comma 3°, della legge n. 168/2017 e 2, 9,
12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.): “intesi come i diritti delle
collettività sarde ad utilizzare beni immobili comunali e privati,
rispettando i valori ambientali e le risorse naturali, appartengono ai
cittadini residenti nel Comune nella cui circoscrizione sono ubicati
gli immobili soggetti all’uso” (art. 2 legge regionale n. 12/1994). I
demani civici sono tutelati ex lege con il vincolo paesaggistico (art.
142, comma 1°, lettera h, del decreto legislativo n. 42/2004 e
s.m.i.). Ogni atto di disposizione che comporti ablazione o che
comunque incida su diritti di uso civico può essere adottato dalla
pubblica amministrazione competente soltanto a particolari condizioni,
previa autorizzazione regionale e verso corrispettivo di un indennizzo
da corrispondere alla collettività titolare del diritto medesimo e
destinato a opere permanenti di interesse pubblico generale (artt. 12
della legge n. 1766/1927 e s.m.i., 3 della legge regionale Sardegna n.
12/1994 e s.m.i.).
Nei mesi scorsi, dopo il vero e proprio risultato storico per la
difesa delle terre collettive in Sardegna determinato dal primo
recupero al demanio civico (addirittura in via bonaria) dei quasi 48
ettari di terreni occupati illegittimamente da Privati avvenuto
recentemente a Carloforte, c’è stato un importantissimo segnale
positivo dato dal Comune di Desulo che ha deciso, con la deliberazione
consiliare n. 33 del 29 novembre 2018, adottata all’unanimità, segno
della forte condivisione della proposta, di chiedere all’Agenzia
regionale Argea Sardegna il trasferimento dei diritti di uso civico
(art. 18 ter della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.) da poco più di
11 ettari di vari terreni non contigui a più di 1.577 ettari di boschi
e pascoli del Gennargentu, per “ … incrementare il proprio patrimonio
civico e tutelare sotto il profilo ambientale una vasta area boschiva.
In particolare l’apposizione del diritto d’uso civico garantirà, alle
generazioni future, l’inalienabilità, l’inusucapibilità e
l’imprescrittibilità dei terreni sui quali si trasferirà il diritto”.
Decenni di ignavia, di disinteresse, di cattiva gestione delle terre
collettive in Sardegna stanno venendo consegnati, piano piano, al
grande libro del passato anche grazie alla martellante campagna per la
tutela delle terre collettive della Sardegna che il Gruppo
d’Intervento Giuridico onlus sta conducendo da anni, da ultimo con
l’istanza (30 maggio 2018) per il recupero ai rispettivi demani civici
(art. 22 della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.) di migliaia di
ettari di terreni a uso civico occupati illegittimamente da Privati e
da Società immobiliari e l’emanazione dei provvedimenti di
accertamento di ben 120 demani civici rientranti in altrettanti
Comuni, nonché la razionalizzazione delle terre collettive.
Le terre collettive, un grande patrimonio ambientale con una funzione
sociale ed economica di primaria importanza.
Più di 5 milioni di ettari in tutta Italia, presenti un po’
dappertutto, la Sardegna è la regione italiana dove le terre
collettive hanno maggiore estensione.
Recentemente, con la legge n. 168 del 2017, la proprietà collettiva,
anche in funzione di salvaguardia ambientale, ha ottenuto in sostanza
rilievo costuzionale.
Tuttavia, la recente sentenza Corte costituzionale n. 178/2018 ha
dichiarato illegittimi gli artt. 37-39 della legge regionale Sardegna
n. 11/2017 che avevano il pregio – caso unico in Italia – di legare
qualsiasi eventuale ipotesi di sdemanializzazione di terreni a uso
civico irreversibilmente trasformati (seppure illegittimamente) a
trasferimenti del diritto di uso civico su altri terreni pubblici di
pregevole interesse ambientale (es. coste, boschi, zone umide, ecc.) e
sempre previa vincolante procedura di copianificazione Stato –
Regione.
Ora le operazioni di riordino dei demani civici attraverso
trasferimenti di diritti di uso civico e permute sono rese
estremamente difficoltose. Potrebbero avvenire, di fatto, solo in via
giurisdizionale davanti al Commissario per gli usi civici mediante
quelle soluzioni conciliative proprie del procedimento (art. 29 della
legge n. 1766/1927 e s.m.i.).
Sarebbe, pertanto, opportuna un’iniziativa legislativa promossa dalla
Regione autonoma della Sardegna in coordinamento con le altre Regioni
e Province autonome per un’integrazione della legge n. 168/2017 che
contemplasse le procedure relative a permute e trasferimenti dei
diritti di uso civico.
Finora la classe politica isolana dorme in proposito e sarebbe ora che
si svegliasse.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus conferma la propria
disponibilità a ogni forma di collaborazione finalizzata alla tutela
delle terre collettive.