Le truffe nell'agroalimentare finiscono nel codice penale

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“Finalmente si rafforzano gli strumenti normativi contro gli illeciti agroalimentari: frodi, contraffazioni e agropiraterie”. A dirlo è Coldiretti Sardegna attraverso il suo presidente Battista Cualbu, dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del disegno di legge sugli illeciti agroalimentari su proposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova. Una norma che fa diretto riferimento al testo di riforma predisposto da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. 

“Una legge che aspettavamo e che sollecitavamo da tempo che tutela consumatore e produttore – dice Battista Cualbu –. Le norme in vigore ferme al 1900 sono, infatti, sono inadeguate e non rispondono ai nuovi reati. Serviva rivedere le sanzioni e ampliare le tutele per il patrimonio agroalimentare made in Italy come del resto abbiamo sperimentato direttamente due anni fa, dopo la scoperta della truffa degli agnelli romeni spacciati per sardi”. Il testo, che interviene sul codice penale e sulla legislazione speciale del settore agro-alimentare, mira ad assicurare massima protezione alla filiera alimentare sin dal momento della produzione: sia a tutela del consumatore sia a tutela delle eccellenze nazionali Made in Italy. 

"Il falso made in Italy", come ha ricordato la Ministra Bellanova, "costa al nostro Paese 100 miliardi di euro l'anno, contro i circa 42 di export dei prodotti autentici”. Il volume d’affari annuale del business delle agromafie – come ha evidenziato Coldiretti - è salito a 24,5 miliardi”. “Gli illeciti agroalimentari sono tra i peggiori perché ingannano i consumatori e mettono a repentaglio la loro salute e quella dell’ambiente mettendo sul mercato prodotti di dubbia provenienza – ricorda il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – oltre che rappresentare un danno incalcolabile anche per chi il cibo lo produce con passione, fatica ed onestà. Ma sono anche una beffa per il territorio e la sua tradizione e reputazione visto che si spacciano per prodotti nostrani altri di dubbia provenienza”.