Per Sitly l'Italia non è un Paese per le mamme - Indagine della piattaforma delle baby sitter

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  I figli sono in cima ai pensieri delle mamme italiane (81%); segue il partner, la carriera e le relazioni sociali (solo il 6%). Mamme chioccia quindi? I dati dell’indagine europea svolta da Sitly, piattaforma online che mette in contatto genitori e babysitter, sembra confermare lo stereotipo attribuito alle mamme italiane. L’interesse verso i figli in Italia è tale che il 40% delle intervistate sarebbe disponibile ad abbandonare il futuro professionale, se potesse, per dedicarsi ai bambini. Un valore che rientra nella media dei Paesi in cui è stata svolta l’indagine, ad eccezione della Finlandia, dove le madri confermano di non voler rinunciare alla carriera (il 78% dichiarano ‘non rinuncio’), e la Spagna, dove invece il desiderio di lasciare il lavoro per i propri bambini arriva al 60%. Le mamme italiane sono sempre più stressate, una tendenza confermata dal fatto che l’83% del campione intervistato dichiara di non avere nemmeno un minuto di tempo per sé.

  Non resta che sognare: il 52% vorrebbero fare sport, o andare dal parrucchiere (43%) Oppure di rilassarsi semplicemente (il 43%) che è poi la prima scelta di molte delle donne intervistate negli altri Paesi d’Europa. E il 34% delle mamme italiane non esce mai; solo il 3,3% esce tutte le settimane. Belgio, Olanda e Danimarca le nazioni in cui le mamme si ritagliano più spesso del tempo per serate tra amici, seppur con una cadenza di 1 volta ogni 3 mesi (il 30% delle intervistate, contro il 15% delle italiane). Eppure solo il 30% delle mamme dichiara di aver perso interesse ad ‘organizzarsi una serata’, dopo la gravidanza. Cosa succede? E’ proprio il tempo che manca! Il lavoro In questa fatica quotidiana di riuscire a ritagliarsi del tempo per sé, ci si mette anche il lavoro. Conciliare lavoro e famiglia è difficile. Per alcune mamme impossibile. Secondo l’indagine, il 95 % delle madri italiane ha difficoltà nel riuscire a combinare il tempo da dedicare alla casa, ai figli e a se stesse a causa degli impegni di lavoro.

   La soluzione? Orari più flessibili (lo dichiarano l ‘80% delle intervistate, valore che arriva – per la stessa indagine – al 94% in Spagna), ma anche un maggiore supporto da parte di nonni. Quando poi i bambini sono piccolissimi, le mamme lamentano un periodo di maternità (ma anche di paternità) inadeguato, insufficiente per l’80% delle intervistate. Anche la Spagna e la super organizzata Svizzera chiedono l’aumento dei giorni di congedo. Più soddisfazione invece nei Paesi del Nord Europa, come Danimarca e Norvegia. Per non parlare della Finlandia dove sia i giorni di maternità che di paternità sono ritenuti più che sufficienti (rispettivamente dal 78% e dal 57% degli intervistati): d’altronde hanno a disposizione 105 giorni per la mamma e 54 per il papà, più 158 giorni di congedo parentale da suddividersi tra genitori. Quello si che è un paese per mamme?