Il 13 febbraio, giorno-simbolo della protesta dei pastori sardi, Lodè
si è arricchito ulteriormente d'arte e di un profondo messaggio
politico-sociale grazie ad un murale comparso lungo una delle arterie
principali della villa medievale baroniese.
“Sa solidarietate est sa richesa manna de s'umanitate”. Poche parole
che racchiudono le tante vicende succedutesi in questi giorni in tutta
la Sardegna, che dal locale si espandono al globale e all'umanità
intera.
La solidarietà di un'intero paese e dell'intera isola espressa
dall'arte, da un murale che nasce grazie alle mani di quattro artisti
per raccontare la vicinanza al duro lavoro dei pastori, al loro mondo
e all'estremo sacrificio dello sversamento dell'oro bianco, che
contrasta con la scritta rosso sangue, atto a sensibilizzare
l'opinione pubblica e la politica.
Un vero e proprio manifesto culturale, un messaggio doloroso, ma al
contempo chiaro, forte ed intriso di speranza, che si leva alto da un
piccolo paese sardo grazie alla straripante forza dell'immagine, la
quale è in grado di gridare al mondo un dramma che coinvolge sì, un
importante settore econonomico, ma anche ampie fasce simbolico-sociali
della Sardegna.
Un'opera nata per mezzo dell'impegno di Laura Deiana, Tiziana Contu,
Giuseppe Casaleggio e Lucia Nanu, 4 muralisti lodeini che hanno voluto
mettere in evidenza lo straziante gesto di un uomo che butta via il
frutto del suo lavoro, un'azione estrema di protesta per attirare
l'attenzione mediatica. Nel murale compare un pastore lodeino che
versa per terra il latte; apparentemente solo, è invece sostenuto dal
suo lavoro, dalla sua tradizione, dal suo paese e dalla sua amata
terra, la Sardegna, raffigurati appena dietro di lui.
Un messaggio, come si diceva all'inizio, che attraversa i confini
comunali e quelli sardi per urlare al mondo l'universalità di un
valore spesso dimenticato dalla contemporaneità: la solidarietà di un
popolo verso i propri lavoratori.