Il Liceo classico è una scuola che non ha mai finito di dire quello
che deve dire. Così come ha tutte le intenzioni di continuare a fare
venerdì 11 gennaio dalle 18 e fino alla mezzanotte nella "Notte dei
Licei", il Convitto Canopoleno di Sassari in via Luna e Sole.
Anche quest'anno, infatti, il Convitto Nazionale Canopoleno -che
ospita il liceo classico dal 1611- partecipa alla festa che si svolge
in tutta Italia con diverse attività organizzate dai suoi studenti
nelle aule e nei laboratori dell’Istituto.
L'evento si aprirà in Aula
Magna con il testo selezionato dal Comitato Nazionale, si proseguirà
con video, musiche, letture, drammatizzazioni di testi e di opere
d’arte, frutto della passione di chi studia i classici e vuole
condividere il piacere di conoscere lingue antiche, ma che ancora
parlano di noi.
Attività che nascono dalla passione di chi studia il greco e il latino
e dal desiderio di condividere il piacere di studiare lingue antiche,
ma non di certo morte. E più che mai attuali nella "Notte dei Licei".
Per questo cinque anni fa partì da Acireale l’idea, subito abbracciata
da tutti i grecisti e latinisti italiani, di dedicargli una serata,
nella quale chi ama gli studi umanistici ne mostrasse la bellezza e il
fascino a chi ne ha nostalgia o curiosità e soprattutto agli
adolescenti che non ne conoscono il valore e non sanno se abbracciarli
e farne la base della propria formazione.
Con i loro miti, i greci e i latini, infatti parlano ancora dell’uomo
e dei suoi sentimenti eterni, delle sue paure e del suo coraggio, di
amori e di amicizie, cioè di noi. Le due lingue classiche vanno al
cuore delle parole, sviluppano il pensiero critico, allenano ad
affrontare una realtà complessa qual è quella odierna. I ragazzi del
Canopoleno accoglieranno il pubblico con l’entusiasmo di chi vuole
rendere vivo il mondo che “ha inventato tutto”, la nostra lingua,
l’arte, la letteratura. Lo faranno con rispetto per i loro ospiti,
sacri alla divinità, e con gli strumenti nuovi a loro disposizione,
con computer, o chitarre elettriche all’occorrenza, perché il passato
incontra il presente ed aiuta a prepararsi al domani.