Serenità mentale: come cercarla e coltivarla

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In un mondo sempre più veloce e frenetico, pieno di fattori stressanti e di impegni quotidiani, le persone sono alla ricerca costante della serenità interiore e di abitudini che le facciano star bene. La nostra è un'epoca di instabilità e profonda incertezza, una situazione che rende la ricerca dell'equilibrio un presupposto fondamentale per andare avanti. Attenzione però. Stiamo parlando di un percorso lento e progressivo che richiede impegno quotidiano e pazienza. Quali sono quindi i consigli migliori per iniziare questo percorso e per permetterci di migliorare sia in ambito lavorativo che personale?

Il primo e più semplice suggerimento è quello di passare del tempo in luoghi che ci rendono felici. Non stiamo parlando necessariamente di posti fisici ma anche di spazi nella mente in cui poter rivivere quelle sensazioni, quegli odori, quelle immagini che ricordiamo con piacere e che ci danno buone vibrazioni. Trasformiamo le esperienze che nel passato e nella quotidianità ci creano disagio ed ancoriamole ai nostri luoghi felici: è il primo passo per ridurre le preoccupazioni ed affrontare gli impegni con uno spirito positivo. Allo stesso tempo cerchiamo di evitare, per contrappunto, quei posti che creano paura e panico, focalizziamoci sul contenimento delle fobie e trasformiamole in situazioni “controllabili” ed isolate.

Non creiamoci, in secondo luogo, aspettative irrealistiche o impossibili da realizzare. La perfezione assoluta non esiste, in nessun campo della vita delle persone, e per questo porsi obiettivi che vanno oltre il limite delle nostre possibilità potrebbe inibire le capacità fisiche e mentali, la forza di reazione e minare in maniera decisiva la nostra autostima, impedendoci di raggiungere la serenità mentale.

Un consiglio valido per tutte le attività che quotidianamente dobbiamo affrontare e per tutti gli ambiti in cui operiamo, siano essi il lavoro, lo studio, i rapporti interpersonali o lo sport. Ed è proprio dallo sport, e più precisamente dal poker sportivo, che arriva uno degli esempi più interessanti sul non crearsi aspettative irrealistiche. È questo, infatti, il segreto del successo di Carlo Savinelli, uno dei giocatori professionisti più importanti in Italia, che sottolinea sempre come la serenità e il porsi obiettivi realizzabili siano il segreto per essere competitivi. Un concetto che implica una buona dose di pazienza, quella pazienza che porta a non crearsi troppe aspettative immediate e che porta alla consapevolezza che sul lungo periodo sono soltanto i più validi ad emergere.

Prendiamoci, poi, sempre cura di noi stessi. Facciamo attività fisica per “allenare” quelle aree cerebrali in grado di stimolare la nostra forza di volontà e migliorare il nostro equilibrio psico-fisico. Non serve diventare atleti professionisti ma sono sufficienti dedizione e piccoli sforzi quotidiani per aumentare la produzione di endorfine, ormoni che influiscono sull'umore e sulle capacità relazionali. Accanto al corpo curiamo anche il benessere mentale: ritagliamoci durante il giorno un piccolo spazio per ragionare con noi stessi, rilassiamoci e valutiamo se provare a praticare attività di meditazione, yoga, o tai chi ad esempio. Se stiamo bene in nostra compagnia riusciremo a trasmettere serenità anche a chi ci sta intorno.

Curiamo anche la nostra organizzazione quotidiana. La confusione nelle abitudini, negli oggetti, negli spazi, diminuisce le capacità di concentrazione e riduce la forza delle nostre performance. Tutti noi abbiamo provato la piacevole sensazione che si crea dopo aver ordinato una scrivania, ad esempio. Riviviamo questa sensazione liberandoci del superfluo, del caos organizzativo e creiamo nuovi schemi più gestibili di comportamento.

L'ultimo, ma non per questo meno importante consiglio, è quello di imparare l'arte del “dare” senza pretendere per forza qualcosa in cambio. Impariamo ogni giorno a metterci nei panni di chi ha meno di noi e ad occuparci degli altri. Si tratta di uno dei metodi più efficaci per migliorare la percezione che abbiamo di noi stessi e per confrontarci con realtà diverse e sconosciute che allargano i nostri schemi emotivi e mentali.