Pressing dei Progressisti sulle concessioni demaniali

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  Sulle concessioni demaniali marittime ancora una volta l'incapacità del presidente della Regione e del suo assessore agli Enti Locali, con la furia accentratrice che li contraddistingue, danneggia lavoratrici e lavoratori che tentano di ripartire in un momento di crisi pesantissima. Mentre parlano dell'avvio della stagione turistica in grande stile, si ritrovano con uffici sguarniti che non sono in grado di dare risposte agli operatori che lavorano sugli spazi pubblici nelle spiagge, con concessioni che offrono servizi alle cittadine, ai cittadini e ai turisti che frequentano i nostri litorali. Tutto dopo aver ritirato le deleghe ai Comuni e aver commissariato gli enti locali che volevano applicare in questa direzione le norme che valgono in tutta Europa. «Non valutano le conseguenze delle loro decisioni e delle norme che fanno approvare alla loro maggioranza in Consiglio regionale.

  Dovevano restituire qualche favore elettorale», sottolinea Massimo Zedda per i Progressisti, «e invece finiscono per mandare in crisi anche i propri amici. Avevamo cercato in tutti i modi di spiegare loro come sarebbe andata a finire, ma la fame di potere è più forte di qualunque ragionamento». Succede che, levate le competenze ai Comuni, non c'è in Regione alcuna organizzazione per rispondere ai concessionari che vorrebbero organizzare le proprie attività: né un numero di telefono né un indirizzo email a cui sottoporre i dubbi che una legge sbagliata e scritta male avrebbe di sicuro procurato. Tutto questo a inizio maggio, quando chi governa e si auto-racconta come pronto a puntare sul turismo dovrebbe essere in prima linea al fianco dei concessionari.

  La soluzione che il presidente della Regione starebbe per adottare sarebbe una direttiva che riporterebbe in capo ai Comuni la gestione degli atti sino al 30 settembre. La norma approvata qualche mese fa dalla maggioranza di centrodestra, inserita come emendamento intruso nella discussione sulla legge sulle Province, deve tornare in Consiglio regionale e deve essere cancellata. Presenteremo una mozione in questo senso perché non è possibile che a pagare gli errori del presidente, della Giunta e della maggioranza siano sempre gli enti locali che devono far applicare le loro norme sbagliate e i lavoratori che cercano di reagire alla crisi economica in un periodo difficilissimo.