L’Agenzia Laore è pronta modificare il piano assunzionale 2020/2022
con l’inserimento di una riserva del 20% per il personale interno.
E’
questa la strada individuata dall’agenzia agricola regionale per
risolvere la lunga vertenza degli ex lavoratori Aras.
Il Commissario
straordinario di Laore, Gianfranco Casu, ha firmato questa mattina il
piano triennale del fabbisogno del personale prevedendo 41 posti
aggiuntivi riservati alle progressioni interne: 33 dalla categoria C
alla D, 7 dalla B alla C e 1 dalla A alla B. «In questo modo
decadrebbe l’oggetto del contendere che ha determinato la
presentazione dei ricorsi al Tar di alcuni lavoratori di Laore contro
il piano di stabilizzazione dei 252 ex dipendenti Aras all’interno
dell’agenzia agricola – ha detto l’assessore al personale Valeria
Satta, sentita questa mattina dalla Commissione “Attività Produttive”
– su questa soluzione sono d’accordo anche i sindacati. Rimane da
definire la posizione di altri ricorrenti che, in ogni caso, non
avrebbero i requisiti per partecipare alle selezioni di Laore».
Il Tribunale amministrativo si pronuncerà nel merito il prossimo 10
giugno: in gioco c’è la stabilizzazione dei dipendenti Aras dentro
Laore autorizzata due anni fa dal Consiglio regionale con la legge la
n.47.
I giudici, questo è il timore, potrebbero sollevare una
questione di legittimità costituzionale che metterebbe a serio rischio
le procedure di ingresso degli ex Aras in Laore.
«Cercheremo di
favorire un accordo tra le parti – ha aggiunto l’assessore Satta – se
non dovessimo riuscirci siamo pronti a una modifica della norma per
procedere a un nuovo bando di concorso, non solo per titoli ma anche
per esami. Abbiamo già acquisito i pareri dell’area legale e
dell’ufficio legislativo della Regione.
Il primo, sconsiglia di
procedere alla stabilizzazione degli ex lavoratori Aras prima del
pronunciamento del Tar.
Il secondo, dà il via libera a un’eventuale
modifica della legge per un nuovo concorso pubblico».
Perplessità sull’ipotesi di accordo da parte dei consiglieri
d’opposizione: «Un’intesa sulle progressioni di carriera non è
sufficiente – ha detto Gianfranco Satta, esponente dei Progressisti e
vicepresidente della Commissione – rimarrebbero in piedi altri due
ricorsi.
La soluzione migliore è quella della creazione di una società
in house per assorbire tutti gli ex dipendenti Aras». Proposta,
quest’ultima, respinta dal direttore generale dell’assessorato al
personale Silvia Cocco: «I sindacati non vedono di buon occhio questa
soluzione.
Per creare una società in house occorrerebbe cambiare la
legge e, in ogni caso, servirebbe una selezione pubblica per
l’assunzione di personale» Eugenio Lai (Leu) e Carla Cuccu (M5S) hanno
invitato l’assessore a definire al più presto un accordo con i
sindacati: «Prima di decidere quale strada intraprendere – hanno detto
– occorre avere certezze sul ritiro dei ricorsi».
Stessa
sollecitazione anche da alcuni consiglieri di maggioranza: «Quando si
vuole bloccare una procedura si chiede un parere legale – ha detto
l’esponente dei Riformatori Michele Cossa – il Consiglio, con la
stabilizzazione degli ex lavoratori Aras, sapeva benissimo di
percorrere una strada sul filo della legittimità costituzionale. Ora è
necessario trovare una soluzione per salvare 252 posti di lavoro e,
allo stesso tempo, il diritto alla progressione di carriera del
personale interno di Laore».
Uno sforzo ulteriore della Regione per arrivare a un’intesa tra le
parti è stato infine sollecitato dal consigliere di Forza Italia
Emanuele Cera mentre Piero Comandini del Pd ha contestato la scelta
della Giunta di ricorrere a un parere legale: «Di solito la Giunta,
per la modifica di una norma, propone un disegno di legge al Consiglio
che lo esamina e lo approva. In questo modo si individuano altre
strade ma non si legifera con i pareri legali».
«Il percorso scelto dall’assessore Satta mi sembra il migliore – ha
detto il presidente della Quinta Commissione Piero Maieli – se non si
dovesse raggiungere l’accordo tra le parti ci rimane il piano B: il
concorso pubblico per titoli ed esami. Siamo comunque fiduciosi, la
Commissione ha fatto il suo dovere creando le condizioni per una
mediazione politica.
Speriamo di mettere finalmente la parola fine a
questa lunga vertenza».
Nelle prossime ore l’assessore Satta provvederà alla convocazione di
tutte le parti in causa.
Sull’esito degli incontri riferirà la
prossima settimana in Commissione.
Acquisto di formaggio per gli indigenti
In mattinata il parlamentino delle “Attività produttive” si è
occupato anche della possibilità di un intervento pubblico per
l’acquisto di pecorino sardo a favore degli indigenti.
L’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino, sentito dalla Commissione,
ha annunciato lo stanziamento di 5 milioni di euro.
La Commissione ha sentito anche i rappresentanti dei consorzi del
“Pecorino sardo” Antonello Argiolas e del “Fiore sardo” Antonio Maria
Sedda che hanno accolto con favore la decisione della Regione di
procedere all’acquisto di formaggio dalle aziende sarde. «Non si
tratterebbe di smaltire le eccedenze ma di una produzione ad hoc
destinata agli indigenti – ha spiegato Antonello Argiolas – se lo si
vuole fare per il 2020 occorre però agire subito perché la campagna
della raccolta del latte ovicaprino terminerà a fine luglio».
Il
rappresentante del consorzio del Pecorino sardo ha fornito alla
Commissione una proposta dettagliata con la definizione di criteri e
tempistica per la fornitura e distribuzione del formaggio agli
indigenti.
Critiche le opposizioni: «Non è questo il modo di procedere – hanno
detto in coro i consiglieri di minoranza – non ci è stato presentato
alcun documento né, tantomeno, un disegno o una proposta di legge. Ci
sono anche altri settore in crisi, è giusto intervenire ma lo si deve
fare su basi solide e certe».
«E’ solo un primo step – ha replicato il presidente della Commissione
Piero Maieli – c’è la volontà di aiutare i poveri e le aziende di
trasformazione del latte che si trovano in difficoltà.
Nei prossimi
giorni sentiremo anche i caseifici che non aderiscono al consorzio di
tutela del marchio dop.
Una volta definito il quadro prenderemo la
decisione più giusta».