«Sulla quattro corsie serve una nuova mobilitazione popolare e
istituzionale» a dirlo è Mario Bruno, ex sindaco di Alghero, che prosegue: «Questa volta, però, unitaria: nessuno si tiri indietro,
come in passato. Qui c’è in gioco lo sviluppo del nostro territorio e
nessuno può permettersi di non usare il buon senso e di utilizzare
invece pretesti come i dati di traffico insufficienti, già smentiti
dall’Anas, o il PPR, entrato in vigore successivamente alla
progettazione della Alghero-Sassari, come la stessa Regione e perfino
il Ministero delle Infrastrutture e lo stesso MIBACT, non più tardi di
un anno fa, hanno ribadito.
Quella strozzatura a 3.5 km da Alghero è ridicola, è uno scandalo. Se
il Sindaco di Alghero ha deciso di uscire dal silenzio, alzando la
voce per difendere questo territorio, come gli abbiamo chiesto nel
Consiglio Comunale di Alghero del 17 novembre scorso, noi ci saremo.
Come ci siamo stati in passato, fino alle rassicurazioni formali di
Ministri della Repubblica, in campagna elettorale.
Tutti ricordiamo le
foto di Salvini con il cartello “la 4 corsie si farà” ed è a tutti
noto che il 5 luglio 2019, data del parere VIA negativo, Salvini era
ancora saldamente in sella, prima del mojito ferragostano.
Pertanto, nessuno, tanto meno il Sindaco Conoci, alleato della Lega,
finora silente, può permettersi di buttarla in politica. Il parere
ultimo del MIBACT è in linea con quello della Commissione VIA esitato
il 5 luglio scorso: la strada statale Sassari-Alghero dovrà – secondo
loro - proseguire a due corsie. Nessuna novità, purtroppo. E tutti
sappiamo che l’ANAS, a due corsie, per motivi di sicurezza, non la
progetterà mai.
L’unica speranza è Giuseppe Conte: solo il Consiglio dei Ministri,
avocando a sé la decisione, può ribaltare il parere della Commissione
VIA. Ma non è facile: è stato fatto una volta sola nella storia
recente, per la Civitavecchia- Orte. Per questo serve tutta la
diplomazia, il fiato sul collo e la pressione politica nei confronti
del Governo. E l’unità del territorio, prima di ogni polemica, prima
di ogni divisione di schieramento, prima di ciascuno di noi.
Una sola raccomandazione: facciamo il ricorso al TAR, ma pronti a
ritirarlo se dovessero arrivare atti significativi dal Presidente
Conte e dal CIPE , altrimenti sarebbe solo un allungare all’infinito
tempi già scaduti.»