Caval Marì: Daga plaude Conoci e chiama in causa i Riformatori

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La notizia sul recupero e successivo rilancio del Caval Marì da parte dell’amministrazione comunale di Alghero ha immediatamente raccolto ampio consenso, oltre che dai cittadini, anche da alcuni rappresentanti politici di opposizione. Tra questi Enrico Daga, rappresentante del Partito Democratico locale, il quale ricorda che nel programma con il quale si presentò alle elezioni del 2014 come candidato a sindaco, proponeva di trasformare il Caval Marì in un centro espositivo permanente in grado di ospitare l’artigianato artistico realizzato dalle donne sarde e non solo. «Un polo espositivo dove esporre bellezza in tutte le sue forme espressive al femminile - scrive Daga - capace di formare le coscienze, e in grado di divulgare e promuovere competenze nel mondo dell'arte, del bello, che parli a nome di un popolo, quello sardo, in cui vige una società matriarcale, unico caso in Italia.»

L’esponente del Partito Democratico stimola il discorso e pone delle domande: «Alghero, vuole o no celebrare le donne di Sardegna? Vuole assumere veramente le vesti di città internazionale? O continuiamo col karaoke?» Daga, che plaude l’amministrazione sulla scelta di occuparsi del Caval Marì, vuole precisare che il rilancio della struttura dovrebbe avvenire con un progetto che possa, per così dire, alzare l’asticella e chiama in causa i Riformatori, oggi in maggioranza ad Alghero con un consigliere ed un assessore, ricordando loro quando sostennero il suo programma di governo e la candidatura a sindaco nel 2014.