Il diario di Francesco Indovina: "Meno parole in libertà e più consapevolezza"

-
Se non stanno attenti finisce che questo governo si sfracella su un mucchio di parole in libertà e prive di connessione logica tra di loro. E se il capofila è Matteo Renzi, i ministri non sono da meno; ciascuno nella propria individualità propone cose più o meno giuste e significative, il problema è che nessuno prima si premura di cercare l’accordo nella compagine di governo, per cui poi bisogna fare ignominiosamente marcia indietro. Mentre ciascuna parte tenta di attribuirsi i meriti di qualche provvedimento, a memoria delle prossime elezioni (che se non si correggesse questo stile di governo arriverebbero molto presto). 

L’impegno speso per formare questo governo risulterà inutile, con grave danno di tutti i cittadini. Per esempio alcuni capi delegazione (una nuova terminologia di questo governo) si dichiarano contrari ad ogni aumento fiscale ma pretendono maggiori investimenti, non è chiaro come finanziarli. Ci sarebbe la riduzione delle spese militari, ma ... Il prelievo fiscale appare in questa versione una vessazione, non il necessario contributo di ciascuno per le spese collettive. Si può dire che il prelievo non è equilibrato e che il principio della progressività non è applicato con coerenza, si potrebbe correggere questo, ma non si vuole. 

L’assoluta opposizione verso una qualche imposta patrimoniale è il ritornello di tutti a cominciare dal presidente del consiglio e giù per i rami di tutti gli altri. Capisco Berlusconi, ma perché ministri e capi delegazione del governo garantiscono che non ci sarà e non si pensa ad una tassazione del genere. Cosa ci sia di scandaloso in una tassa patrimoniale non è chiaro. Studi, analisi, libri, ecc. ci raccontano di una spaventosa concentrazione e aumentata anno per anno di ricchezza in poche mani (l’emblematico 1% della popolazione). 

Non bisogna essere comunisti, né avere in odio il capitale per pensare che sarebbe normale che la fascia di popolazione che ha accumulato maggiori ricchezze contribuisse in misura maggiore, eccezionale e duratura, alle spese della collettività. Non sarebbe scandaloso un loro contributo “eccezionale” di una certa consistenza nel momento di difficoltà, e poi un contributo normale che rispettare il criterio della progressività. Quello che credo la maggior parte della popolazione considererebbe ragionevole, per i nostri uomini di centro sinistra (?) non lo è, peggio sarebbe un errore, ma forse, questo non è chiaro, si considererebbe una ingiustizia.  

Fossero dei lacchè del capitale lo si potrebbe capire, ma si tratta solo di ignoranza e viltà, e di essere vittime di luoghi comuni (come la vendetta del capitale se fosse toccato). Si tratta di un passaggio fondamentale per misurare il tasso di progressismo (non di rivoluzianismo) di questo governo. 

Francesco Indovina