“Lo scorso 28 marzo, con il decreto n. 3608, il Ministero delle
politiche agricole, ha disposto che la composizione dei tavoli di
filiera dovesse essere integrata con la Confederazione Italiana Liberi
Agricoltori. Integrazione richiesta anche dal Ministro Centinaio, che
mediante questo decreto, ha disposto la partecipazione della
Confederazione Italiana Liberi Agricoltori in sostituzione dell'ANPA.
Così la Liberi Agricoltori Sardegna, nata allo scopo di identificare
le istanze dei produttori agricoli in sede locale e in difesa dei loro
interessi e diritti, ha provveduto ad inviare il decreto che ne
consentiva la partecipazione a tutta la Giunta regionale sarda, e ad
indicare altresì i suoi delegati.
Ma cos’è accaduto? Che l’associazione dei Liberi Agricoltori è stata
tagliata fuori: ha ricevuto comunicazione di revoca dell'invito a
partecipare al Tavolo Verde del 29 luglio scorso. Il motivo? Secondo
la Regione Sardegna si tratterebbe di un’"associazione non ricompresa
nell'elenco organizzazioni professionali e associazioni di categoria
delle filiere agricole del Ministero delle politiche agricole
alimentari, forestali e del turismo.
Com’è possibile?”
Questo l’interrogativo che ha portato il consigliere regionale del M5S
Michele Ciusa a presentare un’interrogazione in Consiglio per chiedere
all’assessore Murgia quali siano i reali motivi che spingono la
Regione ad escludere alcune organizzazioni professionali dai tavoli di
contrattazione.
“Il presidente dell’associazione Liberi Agricoltori, Riccardo Piras –
precisa ancora il consigliere regionale del M5S - ha inviato tutti i
documenti necessari in Regione, i quali sono stati correttamente
recapitati all’assessore Murgia. Tuttavia, non è stato permesso loro
di partecipare. Quindi, se esiste un decreto che ne autorizza la
partecipazione, quali sono i reali motivi per cui vengono
sistematicamente esclusi?”
“Anche i pastori sardi che hanno portato avanti la protesta di
febbraio oggi lamentano di non essere stati invitati al tavolo
convocato in Regione martedì scorso. In una fase delicata come questa,
di forte crisi del settore lattiero caseario, di fronte al rischio di
nuove asprissime proteste, non ci si può attaccare a un’etichetta
istituzionale. Credo che il nostro governo regionale e l’assessore
Murgia in particolare – sottolinea l’esponente dei Cinque Stelle -
dovrebbero invece battersi per fare in modo che i tavoli di filiera
siano il più possibile inclusivi. Perché tutti i rappresentanti delle
associazioni di categoria possano contribuire con la loro esperienza e
le loro proposte alla risoluzione delle vertenze. Più voci in un coro
possono soltanto giovare”.