"Non era mia intenzione rallentare i
lavori del processo di formazione della nuova
consiliatura nella mia città". Comincia così una nota
diffusa dal consigliere comunale Giovanni Monti, eletto nelle liste
della Lega nelle ultime elezioni amministrative. Si tratta diu una
nota nella quale il consigliere comunale spiega le ragioni della sua
uscita dal partito di Salvini, insieme a Monica Pulina e Leonardo
Polo,
" Da tempo sono in prima linea come cittadino
- aggiunge Monti - per fronteggiare le criticità
che ho constatato personalmente e per le
quali mi sono battuto e mi voglio battere.
Da eletto il mio unico desiderio è
adoperarmi quanto prima per dare una svolta al
cambiamento che ora più che mai è
essenziale.
Ritengo doveroso spiegare le mie ragioni per
tacitare quelle ipotesi che sono lontane dal mio
pensare e agire.
Ho condiviso fin da subito il programma
politico della coalizione con la quale mi
sono candidato e che ancora oggi mi
sento di voler poter avanti con convinzione e
determinazione. La mia coerenza politica è
stata messa a dura prova fin da subito. Il
giorno successivo alla mia elezione sono
stato affrontato in modo quanto meno discutibile.
La mia libertà, dignità e soprattutto
identità personale è stata gravemente lesa
da un signore le cui cariche politiche mi
sono ancora ignote. Anziché congratularsi per il mio
successo personale e iniziare un
percorso politico democratico, mantenendo ognuno
il proprio ruolo (il mio è noto), si è
rivolto a me dichiarando testualmente “da oggi
tu farai quello che ti dico io”.
Con
tali premesse mi è stato subito chiaro che
le mie libertà di azione erano nulle. La prima
rottura visti i presupposti era inevitabile. Ho
faticato a creder che tali posizioni
appartengano al partito della lega. Il silenzio
e il mancato dialogo oltre a un
comportamento che è continuato seguendo le
dinamiche dell’imposizione mi hanno fatto
capire che non è più possibile
tollerare e collaborare con chi mi vuole
ridurre al silenzio politico. Pur condividendo
il progetto è stato inevitabile decidere
di lasciare un partito che non si è
dimostrato all’altezza del progetto stesso.
Mi sento in dovere di chiarire il mio
agire per rispetto degli elettori. La mia
ingenuità, se mai vi è stata, non può
andare oltre dopo che le dinamiche mi
sono state chiare. Continuare avrebbe significato
tradire le attese dei tanti che in me
credono, prima come persona e poi come
giovane eletto. Ritengo ad oggi di non aver
sbagliato nella scelta, ho sposato un progetto
dove posizioni e ruoli erano altri. Le
posizioni successive di alcuni interlocutori della
lega sono state la causa della rottura. Trovo
scorretto imputare a me le
responsabilità di quanto è accaduto.
Mi è dispiaciuto constatare che il
Presidente del consiglio regionale, cittadino
della mia città, in ( Michele Pais ndc. ) forza alla
Lega non sia intervenuto tempestivamente per
mediare e risolvere da subito le gravi
ingerenze, il suo iniziale silenzio è
stata un assenza politica che ha inciso.
Ritengo di aver motivato il mio perché
evitando di raccontare altre poco onorevoli
interlocuzioni. Rispettando le altrui libertà non posso
che pretendere altrettanto rispetto per la
mia identità e persona.
Dimostrerò nel mio cammino politico la
volontà di mantenere fede alle ragioni prime della
mia scelta di candidarmi. Ho intenzione,
credendoci fortemente, - conclude Giovanni Monti - di
mantenere gli impegni presi con coloro che
credono nella mia persona e nel mio giovane ruolo
".