L'Associazione Piloti ha diffuso una nota a proposito della situazione
che si registra intorno alla compagnia aerea olbiese.
Ne riportiamo il testo di seguito: "Sono passati mesi tra annunci e
tagli di torte, ma della nuova compagnia nata dalle ceneri di
Meridiana, Eurofly, Air Italy, con l’ambizione di cambiare il mondo
del trasporto aereo commerciale, neanche l’ombra.
Siamo rimasti pazientemente in attesa - aggiunge l'Associazione - che
tutti i proclama si trasformassero in una realtà concreta e tangibile,
fatta di aerei, operativi stabili, sviluppo, lavoro, profitto.
Non si può dire che le condizioni di partenza non fossero vantaggiose:
Il Qatar benefattore si è insediato con un’azienda snellita in maniera
selvaggia sia nella quantità (leggasi licenziamenti) sia nella qualità
(contratti di lavoro capestro, miseri e sotto costo).
Nonostante ciò e nonostante l’avallo a qualsiasi suo desiderio da
parte della politica e delle solite note compagini sindacali, il nuovo
attore è rimasto impantanato nelle sue poche e confuse idee che
continuano a registrare epic-fail in termini di destinazioni e
conseguente sviluppo.
È davvero molto difficile non notare preoccupanti similitudini con la
storia recente targata Alitalia/Etihad con l’obbligo, però, di tenere
a mente che purtroppo la nostra realtà è sprovvista dell’artificiosa
ed artefatta solidità della compagnia di bandiera.
Per defibrillare una compagnia morente non basta un velo di trucco,
un’uniforme nuova (ancorché dozzinale per tessuto e manifattura)
quattro nuovi capetti a cui attribuite ruoli modesti elevandoli ad un
rango inesistente.
Non sono piattini e forchettine a rappresentare l’asset industriale
vero alla base del rilancio di un brand.
Tanto per rendere il concetto più chiaro:
Non è agli italiani che vanno insegnati i concetti di bellezza, stile
ed accoglienza.
Quello che si chiede ad un partner industriale forte e capace che si
presenta come portatore sano di know-how è che implementi strategie di
sviluppo, frutto di studi di mercato e non di capricci o desiderata,
che abbiano un’unica finalità: far volare aerei pieni con una
programmazione a lungo termine ed una capillare organizzazione
operativa.
Alla base di questo deve necessariamente esserci un management vero e
non improvvisato, ricerche di mercato e posizionamento, vertici in
grado di compiere azioni e scelte calibrate su dati e non su tentativi
goffi e scomposti da start up di provincia.
I numeri parlano chiaro.
Abbiamo 10 aerei.
Dei programmi iniziali non è rimasto nulla, si aprono rotte "a caso"
per poi chiuderle non appena i dati di vendita dimostrano che no, non
c’è mercato.
Dati che forse andavano studiati prima, evitando fanfare ed
improbabili tagli di nastro.
Quello di cui abbiamo bisogno è di un management con la “M” maiuscola.
Un team davvero qualificato che sia in grado di farci operare con
ambizioni realistiche in un mercato ultracompetitivo come quello
europeo prima e mondiale poi.
Per ora il bilancio è il seguente: apertura e chiusura di rotte
improduttive, perdita di presidi storici e solidi, dismissioni di
aeromobili, salvo prenderne in wet leasing nemmeno ricorrendo a quelli
del partner, e cessioni di personale tecnico (piloti) altamente
qualificato a competitors diretti.
Tutti indicatori chiari di quanto confuse ed inadeguate siano le idee
- conclude l'Assoc iazioni Piloti - di chi oggi ha in mano le redini
di questa azienda". E si pone anche la domanda "Avanti così dunque?"