Dalla dottoressa Paola Correddu, segretario regionale FIMMG CA ,
riceviamo e pubblichiamo.
" In una recente intervista televisiva, il candidato Presidente
Massimo Zedda, a proposito di sanità, evitando accuratamente di
esprimere giudizi sulla riforma della rete ospedaliera portata avanti
dall’Assessore uscente Arru, puntualizzava che l’ospedalizzazione
incide sulla spesa sanitaria marginalmente, per il 15%.
Auspicava
inoltre la costituzione della rete ospedaliera decentrata, ovvero le
case della salute diffuse sul territorio, come ricetta per i risolvere
i mali della sanità Sarda.
Non ho idea di chi fornisca i dati al candidato Presidente,
considerato che la spesa per l’assistenza ospedaliera incide per il
50% del bilancio, a discapito della medicina territoriale, come
dichiarava lo stesso On. Franco Sabatini per giustificare la riforma
della rete ospedaliera
(https://www.sardiniapost.it/politica/ecco-perche-la-sanita-sarda-costa-oltre-3-miliardi/),
né conosco i suoi consiglieri in tema di politiche sanitarie,
considerato che l’esperimento delle case della salute, avviato sin dal
2008 in molte regioni d’Italia, Emilia, Piemonte, Lazio, Toscana, si è
dimostrato fallimentare.
Le case della salute sono sedi pubbliche in cui sono allocati servizi
amministrativi, sociali, sanitari e questi ultimi comprendono
ambulatori di medicina generale e di medicina specialistica.
Nascevano sostanzialmente per raggiungere tre obiettivi: 1)favorire
l’integrazione orizzontale interprofessionale fra medicina
convenzionata, dipartimenti territoriali, dipartimenti ospedalieri,
servizi sociali del territorio; 2)promuovere la salute rafforzando le
competenze dei cittadini; 3)ridurre gli accessi impropri al Pronto
Soccorso.
Nelle Regioni che hanno attivato la sperimentazione, ad oggi non vi
sono dati statisticamente significativi circa la riduzione degli
accessi in Pronto Soccorso. Anzi, molte sono le critiche nei confronti
di questo modello organizzativo da parte del maggiore sindacato della
medicina generale, la FIMMG, che sottolinea come le case della salute
non potranno mai competere con il P.S. di un ospedale nè i medici di
famiglia potranno mai sostituire i medici ospedalieri legando il loro
lavoro a dei codici colorati.
Se il candidato Presidente Zedda pensa che le case della salute
possano rappresentare una rete ospedaliera decentrata, così come
affermato nell’intervista, evidentemente non sa di cosa parla.
Non solo non sa di cosa parla ma lascia intendere di voler realizzare
sul territorio ciò che l’Assessore Arru ha già fatto a livello
ospedaliero, ovvero accentrare i servizi sanitari.
La bozza di riforma della rete territoriale proposta dai vertici di
ATS, mira infatti al superamento del servizio di guardia medica, con
riorganizzazione dell’attività di medicina generale secondo un modello
di continuità assistenziale H16 e non più H24 com’è attualmente.
Secondo le tabelle predisposte dall’azienda, il numero delle guardie
mediche verrebbe ridotto da 190 a 29 e i medici associati o in una
forma organizzativa detta AFT, aggregazione funzionale territoriale,
62 su tutto il territorio regionale, costituita da medici di famiglia
e medici di guardia medica in un rapporto di 5/1, o secondo il modello
delle case della salute per l’appunto, 43 complessivamente.
Questo è lo scenario che si prospetta per il futuro dei Sardi, è bene
che ne sia consapevole il candidato Presidente Zedda e tutti gli altri
candidati Presidenti, un taglio di figure professionali operanti nel
territorio ed un taglio di ore di assistenza sanitaria grazie ad una
riorganizzazione unicamente finalizzata a mascherare i tagli al
sistema sanitario pubblico.
La FIMMG CA Sardegna crede nel mantenimento della sanità pubblica, nel
superamento della visione ospedalocentrica attraverso la
capillarizzazione e domiciliarità dei servizi sanitari territoriali,
in una programmazione che metta al centro di qualsiasi riforma i
bisogni dei cittadini tenendo conto delle specificità epidemiologiche
e di composizione della popolazione Sarda.
Per promuovere la salute ed il benessere dei cittadini, per favorire
l’interazione fra i professionisti operanti sul territorio, non è
necessario l’accentramento dei servizi. Basta fare rete, basta
affidarsi all’informatizzazione, alla digitalizzazione.
Il futuro della nostra salute è nel digitale, non nelle case delle salute.
Dott.ssa Paola Correddu
Segretario Regionale FIMMG CA