Nel territorio di Alghero ci sono circa 20 mila aziende agricole, ma
soltanto poco più di una decina hanno aderito alla campagna
promozionale sull'utilizzo delle alghe di San Giovanni come
fertilizzante.
Ma il risultato del coinvolgimento del mondo agricolo nel progetto
dell'amministrazione di fertilizzare le campagne, ampiamente
reclamizzato dalla Giunta, appare in maniera evidente l'ennesimo
flop della maggioranza di Mario Bruno.
Dimostrando serietà di approccio a un problema così complesso e
delicato, proprio oggi ,numerose associazioni ambientaliste hanno
presentato una richiesta ufficiale di accesso agli atti sui depositi
di posidonia, in particolare su quello di San Giovanni, chiedendo
analisi chimiche, se non già fatte, e di conoscerne i risultati.
Tornando alla campagna promozionale di cessione delle alghe agli
agricoltori, ci pensa Ferdinando Manconi,agronomo e componente del
Direttivo di Forza Italia Alghero. a fornire anche un supporto di
natura tecnica oltre che a esprimere valutazioni di ordine politico.
"La posidonia spiaggiata - afferma in una nota - sarà pur capace di
proteggere la spiaggia dall'erosione ma non questa amministrazione
dalla fallimentare gestione del suo arenile"
Risale al 11 settembre 2018 l'avviso predisposto dal Comune di Alghero
volto ad individuare aziende agricole disponibili a impiegare la
Posidonia vagliata, proveniente dai siti di stoccaggio, come
fertilizzante presso i propri terreni o lettiera per i propri
allevamenti.
Ebbene, a distanza di mesi, si apprende, per via del canale social del
Sindaco, che sono appena "quattordici le aziende che hanno risposto
positivamente ipotizzandone un riutilizzo nelle campagne come
componente di concimazioni o lettiere".
L'agro di Alghero, nonostante vanti più di mille aziende agricole, ha
risposto in maniera eloquente alla sconsiderata proposta
dell'Amministrazione comunale, sconfessata, in occasione di una
recente assemblea pubblica, anche dagli accademici cui spesso ha
attribuito l'ingrato ruolo di meri paravento scientifici.
Il motivo di tanto disinteresse è evidente: una semplice vagliatura
non è sufficiente a garanture il reimpiego a fini agricoli della
Posidonia, e questo perché la concentrazione di sali sulla sua
superfice rappresenterebbe un problema immediato per le culture e a
lungo termine per il suolo.
Senza, infatti, un lavaggio dei residui vagliati, si correrebbe il
rischio di provocare grossi problemi ai nostri suoli.
Non sorprendiamoci quindi di simile indifferenza, ma ringraziamo
semmai i lungimiranti e per niente sprovveduti imprenditori agricoli
algheresi per non aver messo a repentaglio le nostre campagne.
"Il problema della Posidonia non si risolve a colpi di benna
propagandistica, occorre riflettere attentamente sull'argomento con
chi l'ha indagato dal punto di vista scientifico, interloquire con i
balneari, veri depositari della conoscenza empirica dei nostri
litorali, e predisporre piani razionali di smaltimento, ma bisogna
farlo subito senza ulteriori perdite di tempo" conclude Manconi "mi
auguro che, memori di questo fallimento, le nostre campagne non
vengano più coinvolte in fantasiose sperimentazioni distanti dalla
tecnica e dalla ragione con il rischio concreto di creare ulteriori
problemi in luogo di risolverli"