Il Comitato contro la Società di progettazione regionale è stato
convocato dalla Giunta Regionale, ma non recede: Infrastrutture di
Sardegna è una mina vagante cannone puntato contro il mondo delle
libere professioni!
Questa mattina il Comitato contro la società di progettazione
regionale, autore di un appello pubblico che ha raccolto in pochi
giorni oltre duecento adesioni tra ingegneri, architetti, geologi,
geometri e tanti altri professionisti che operano nel settore dei
lavori pubblici in tutta la Sardegna, è stato convocato ad un tavolo
di confronto con il vicepresidente della Giunta Regionale Raffaele
Paci, gli assessori ai Lavori Pubblici Edoardo Balzarini ed
all’Agricoltura Pier Luigi Caria ed il loro staff.
Erano presenti per il Comitato il coordinatore Giorgio Angius,
accompagnato da Noemi Migliavacca ed Alessia Vargiu, per un incontro
che è durato due ore, dando la possibilità alle parti di approfondire
le modifiche alla delibera di costituzione di Infrastrutture di
Sardegna, che oggi pomeriggio approda in Giunta per la quarta volta.
Questo iter così incerto, insieme alla novità di oggi rappresentata
dal ritiro del Piano Industriale dagli allegati alla delibera,
dimostra chiaramente la scarso convincimento della stessa Giunta su un
percorso che il nostro Comitato ha sempre definito sciagurato.
Pur ringraziando la Giunta per l’attenzione dimostrata, il Comitato
ribadisce la propria contrarietà ad una società che neanche nelle
intenzioni della Giunta potrà essere operativa in tempi brevi,
mancando infatti di un Piano Industriale che indichi su quali opere
pubbliche andrebbe ad agire e con quali risorse si dovrebbe reggere
dopo un primo contributo pubblico.
“Una società pubblica che ricopre sia il ruolo del committente
controllore, che quello del progettista da controllare, viola
qualsiasi principio di buona amministrazione” ha ricordato Noemi
Migliavacca, ingegnere ed architetto. “Il comitato ribadisce il
proprio NO a questa società: la regione pensi a potenziare gli uffici
tecnici pubblici per gli indifferibili compiti di natura procedurale e
di controllo a loro assegnati, lasciando al mondo delle libere
professioni le progettazioni e le attività connesse” ha detto Alessia
Vargiu, ingegnere idraulico. “Infrastrutture di Sardegna, che ha nel
suo statuto tutte le attività di engineering, dalle progettazioni ai
collaudi, di ogni tipo di opera pubblica”, ha riferito nel corso della
riunione il coordinatore e ingegnere Giorgio Angius, “è un cannone
puntato contro le libere professioni, perché le basterebbe in futuro
una singola delibera di Giunta per acquisire tutte le progettazioni di
interi ambiti, dalle sistemazioni idrauliche alle strade, lasciando di
fatto senza lavoro decine di studi professionali in Sardegna, che oggi
lavorano in un mercato libero, offrendo ottimi servizi a costi molto
minori rispetto agli uffici tecnici pubblici”.
La Giunta regionale ha espresso oggi la volontà a limitare il campo
d’azione a singole importanti opere, ma lo statuto di Infrastrutture
di Sardegna non riporta questa limitazione. Il Comitato ha invitato la
Giunta a ritirare la delibera ed eventualmente a riproporla con
radicali modifiche: limitando la sua attività ai soli aspetti
procedurali e di controllo, limitandola ad una singola opera di
importo superiore a 50.000.000 di euro e prevedendo la sua
liquidazione alla fine di quel singolo lavoro.
Comitato contro
la Società di progettazione regionale