“È nostro obiettivo tutelare il più possibile tutte le produzioni Dop
dell’agroalimentare regionale e in particolare quelle che hanno una
storia specifica legata alla tradizione agricola isolana. Il formaggio
ovino Fiore sardo DOP è certamente una di queste e va prodotto nel
rispetto dei disciplinari che prevedono, fra le varie cose,
lavorazioni a latte crudo e quindi non termizzato. Se l’onorevole
Ledda è a conoscenza di violazioni delle norme e quindi di reati di
frode alimentare che riguardano talune produzioni ha il dovere di
informarne subito il Consorzio di tutela o ancor meglio le autorità
competenti”. Così l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, nel
rispondere alla nota stampa lanciata dal consigliere regionale Gaetano
Ledda in merito a una sua interrogazione, presentata alla presidenza
della Regione, in cui si denuncia il mancato rispetto dei disciplinari
produttivi sul Fiore sardo DOP.
“Questo esecutivo – ha ricordato Caria – ha già finanziato all’Agenzia
di ricerca in agricoltura Agris Sardegna e a Porto Conte ricerche un
primo progetto di studio, da 300mila euro, che prevede la
realizzazione di uno strumento capace di testare i formaggi e
definirne la provenienza di lavorazione: o da latte crudo o da latte
pastorizzato. Adesso, in collaborazione con i gruppi di maggioranza
del Consiglio regionale – ha proseguito l’assessore –, abbiamo deciso
di finanziare con altri 200mila euro l’ultima tranche dei lavori che
possa accompagnare il programma all’esecutività finale. Una fase in
cui i test e la sperimentazione pratica possano permetterci di
brevettare uno strumento capace di raggiungere livelli particolarmente
elevati di affidabilità e infine il riconoscimento ufficiale da parte
del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del
Turismo”.