I partiti dell’opposizione in Consiglio regionale sono tutti
d’accordo: la sanità è allo sfascio e per questo hanno presentato una
mozione di sfiducia contro l’assessore regionale della Sanità, Luigi
Arru. Il testo impegna “il Presidente della Regione affinché prenda,
finalmente anno degli errori elementari commessi dall’Assessore
regionale dell’igiene sanità e dell’assistenza sociale. Nell’intera
gestione delle problematiche sanitarie e, in particolare, in occasione
della “Ridefinizione della rete ospedaliera in Sardegna” e, per questi
fondanti motivi, provveda con decorrenza immediata alla revoca
dell’incarico assessoriale con conseguente rimozione dell’Assessore
regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale”.
“Chiariamo da subito che la minoranza non salva nessuno. Siamo uniti e
compatti dall’inizio della legislatura nel criticare e denunciare le
gravi difficoltà che questa maggioranza, questa giunta e questo
assessore hanno nel governo della sanità” con una importante ricaduta
negativa su tutti i sardi. Lo ha affermato Alessandra Zedda,
capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, riferendosi alla
decisione di uscire l’aula al momento della votazione dell’Ordine del
giorno di censura contro l’operato dell’assessore Arru, presentato dal
Partito dei Sardi, e respinto martedì scorso dall’Assemblea. “A luglio
avevamo già presentato una mozione di censura che è stata votata solo
dalla minoranza. Già in quell’occasione il Partito dei Sardi avrebbe
potuto unirsi e rappresentare il malessere con il suo voto. Sono i
fatti che contano e non le parole. Noi abbiamo deciso che l’unico atto
politico per sfiduciare un assessore è una mozione di sfiducia”.
La
consigliera Zedda e i colleghi Edoardo Tocco e Stefano Tunis hanno
auspicato che, in occasione della discussione di questa mozione, il
Partito dei Sardi la voti insieme alla minoranza.
Per quanto riguarda la Rete ospedaliera l’opposizione ha ritenuto
inutile l’invio del documento al Ministero, che chiedeva solo il
rispetto dei parametro dei 3,7 posti letto ogni mille abitanti. Zedda
ha anche aggiunto che “la rete ospedaliera non è operativa, e se lo
fosse ci sarebbe un aggravio di spesa di 200 milioni di euro. Spero
che non insistano su questo percorso perché sarebbe un grave danno per
i sardi”.
Anche per il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, è stato
inutile presentare il documento al ministero, in quanto la Regione
Sardegna non era obbligata, e ha aggiunto che l’assessore Arru “ha
battuto tutti i guinness dei primati per le critiche ricevute al suo
operato” e che “sono stati fatti solo disastri, a partire dalle liste
d’attesa, ai disservizi fino e al rischio di far perdere ai piccoli
ospedali la loro peculiarità”. Il collega di partito, Giorgio Oppi, ha
anche annunciato di avere presentato una richiesta di accesso agli
atti per verificare se il Mater Olbia abbia ricevuto le autorizzazioni
sanitarie e avere gli eventuali documenti su accordi, convenzioni e
protocolli d’intesa tra il Mater Olbia e la Regione. “Siamo stanchi di
bugie.
La sanità è al tracollo: l’assessore ha scelto le persone
peggiori per i posti migliori e ogni atto che fa crea problemi ai
pazienti che stanno anche rinunciando a farsi curare”, ha detto.
Anche per Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, “l’assessore
deve andare via perché la sanità è un disastro” e “la responsabilità è
del Presidente e di questa Giunta che, in questi, anni gli hanno
consentito di fare quello che voleva. Tra queste persone c’erano anche
i consiglieri del Partito dei Sardi”. Paolo Dessì, consigliere
regionale del Partito sardo d’Azione, ha evidenziato che sia gli
operatori sanitari sia i cittadini non fanno altro che lamentarsi dei
problemi della sanità: “E’ una situazione drammatica”. E ha ricordato
che la Commissione del DM70 non l’ha nominata l’attuale governo, ma il
governo Renzi, e che “in un Paese normale un assessore attaccato dalla
sua maggioranza si sarebbe dimesso”.
Per il capogruppo dei Riformatori
sardi, Attilio Dedoni “c’è una malasanità che va curata per tutelare i
cittadini”. Dedoni ha anche annunciato che presenterà a breve gli
esiti della Commissione d’Inchiesta sull’efficienza del sistema
sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi. “C’è chi vede
la sanità come un’impresa commerciale e chi, come noi, ritiene che sia
un diritto costituzionale”, ha poi aggiunto Mario Floris, consigliere
regionale dell’Uds, sottolineando che la Sardegna è l’unica regione su
cui gravano i costi di sanità, continuità territoriale e trasporto
pubblico locale, materie che dovrebbero tornare a carico dello Stato.
Critico anche Antonello Peru (FI): “E’ stata fatta la rete ospedaliera
per le acuzie ma non quella territoriale”, lasciando di fatto “la rete
monca”.