Il coordinamento di Sardenya i Lliberat interviene sulle recenti
vicende che hanno interessato il centro per anziani di viale della
Resistenza. Il movimento, che dovrebbe far parte della maggioranza
politica alla guida della città con sindaco Mario Bruno, non ne
condivide le scelte, presenti e future ,e manifesta forti perplessità
al taglio "immobiliare" che è stato dato all'intera vicenda.
Riportiamo integralmente di seguito la nota di Sardenta i llibertat.
"La grande tragedia di Genova, con il crollo di un ponte
autostradale, ci porta a guardare con particolare apprensione alle
infrastrutture a noi più vicine. Alla luce di quanto accaduto, occorre
considerare il grave pericolo a cui sono andati incontro gli ospiti e
gli operatori della struttura di Casa serena a causa dei crolli di
alcuni solai, conseguenza della mancata manutenzione dell’opera, anche
da parte dell'Amministrazione in carica.
Sorprende la rapidità con cui
il sindaco Bruno, dopo aver prudentemente ordinato l’abbandono del
complesso di viale della Resistenza, ha annunciato in modo perentorio
la realizzazione altrove di una nuova struttura per anziani e
l’alienazione di quella esistente.
Sardenya i Llibertat manifesta la totale contrarietà all'ipotesi di
dismissione del C.R.R.A. di Calabona e invita tutte le forze
politiche, le associazioni i sindacati ed ogni singolo cittadino a
manifestare pubblicamente la propria contrarietà all'idea
ingiustificata di realizzare altrove una nuova casa di riposo per
anziani. Quella dignitosa e funzionale struttura fu realizzata sul
finire degli anni '50 su progetto dell'architetto Antoni Simon Mossa
ed è un esempio di come un’opera pubblica possa inserirsi
armoniosamente nel paesaggio. Un complesso residenziale per anziani di
una decorosa bellezza, costruito dalla Regione con dispendio di
risorse pubbliche, risultando esempio di funzionalità e accoglienza
per tutta la Sardegna.
Da anni porzioni importanti della struttura sono stati
inopportunamente occupati da uffici comunali, limitando l'ospitalità
degli anziani, determinando di fatto una situazione di promiscuità del
suo utilizzo e della sua funzione, ma, aspetto ancora più grave, è
stata anche trascurata ogni forma di miglioria e manutenzione; si
pensi alla lunga inagibilità della cappella. Infine, Sardenya i
Llibertat considera inopportuno e fuorviante il clamore con cui il
sindaco Bruno trasforma un finanziamento regionale nella volontà di
costruire una nuova struttura residenziale per anziani, dando per
scontata l'impossibilità di recuperare, ristrutturare, modernizzare e
rendere più funzionale la struttura esistente. In passato, casi di
alienazione di beni appartenenti al patrimonio comunale hanno
sollevato forti contrapposizioni e, per le modalità con cui sono
avvenute, alimentato non pochi sospetti.
Riteniamo che la soluzione d’emergenza di adattare l'Ostello della
gioventù in casa di riposo per anziani non sia la più adeguata, primo
perché non la riteniamo idonea al servizio di anziani, secondo perché
Alghero verrebbe privata di una struttura ricettiva per il turismo
giovanile e sociale. L'ostello, realizzato negli anni '90 su progetto
dell'ingegnere Corrado Sanna, venne visto in città con grande favore
per la sua sobrietà, funzionalità e per la capacità di soddisfare la
domanda del turismo giovanile. Si sarebbero dovute realizzare delle
strutture di completamento e abbellire le aree esterne, invece si è
solo riusciti a chiuderlo e, nelle more dell’espletamento procedurale
della gara, si assiste ad un suo possibile, speriamo solo momentaneo,
cambio di destinazione d'uso.
Troppa fretta signor sindaco nell’annunciare il suo progetto, non
risulta chiaro il disegno complessivo che sottende l’intenzione di
cambiare destinazione d'uso del Centro residenziale per anziani di
viale della Resistenza e della sua prestigiosa area di pertinenza.
Peraltro, non essendo questo un punto concordato nel programma
amministrativo della città, non riteniamo sia sufficiente un
comunicato stampa o qualche post su facebook per assumere decisioni
fondamentali che riguardano l’intera collettività.
In precedenza abbiamo manifestato le nostre proposte sulla necessità
di predisporre un piano ragionato di dismissioni e riutilizzo di
strutture comunali e comunque pubbliche, - conclude Syl - ma mai ci ha
sfiorato l’idea di farlo in assenza di un diffuso e profondo dibattito
pubblico, oltre che nelle idonee sedi istituzionali".