Nei giorni scorsi l’assemblea dell’Associazione , costituita nel 2005,
registrata presso Ufficio Entrate di Sassari, con lo scopo di
analizzare e studiare le problematiche del comparto agricolo e che
racchiude al proprio interno numerosi agronomi, periti agrari,
commercialisti e addetti nel settore, ha rinnovato le cariche, alla
presidenza è stato riconfermato Tore Piana ex consigliere regionale e
da sempre impegnato sui problemi dell’agricoltura. Al Centro Studi
Agricoli l’adesione è libera, previa presentazione di una domanda.
Durante la riunione è stata analizzata la situazione generale
dell’Agricoltura in Sardegna, dove sono particolarmente emersi
inspiegabili e inaccettabili ritardi da parte della Regione sul
pagamento dei danni provocati dalla siccità del 2017, in particolare
al settore dell’allevamento Bovino e su tutte le altre colture, da
ricordare che il Consiglio Regionale ha già da oltre 8 mesi stanziato
i denari necessari. Inspiegabili ritardi si registrano sui pagamenti
PSR, in particolare sul benessere animale dove quasi tutte le aziende
sono in attesa dei pagamenti del 2016 e 2017.
Ma a catalizzare l’attenzione è stata la situazione della filiera del
latte di pecora, dove pare che quest’anno le produzioni di Pecorino e
del pecorino romano dop, abbiano raggiunto quantità straordinarie
inaspettate.
Si parla di produzioni di latte di pecora che pare
arrivino a 400 milioni di litri, una quantità eccezionalmente
straordinaria, che vede tutto il latte prodotto trasformato in
formaggi pecorini. A differenza degli anni scorsi quando grandi
quantitativi di latte fresco, veniva venduti in altre regioni e alla
Grecia.
Oggi con una situazione difficile e complicata e che potrebbe
degenerare in una possibile crisi del prezzo a litro nel 2019, Il
Centro studi Agricoli registra inerzia e troppe incertezze delle
azioni da parte della Regione Sardegna e dell’Assessorato regionale
all’Agricoltura, tutte le azioni che da tempo furono annunciate
nessuna è stata messa in pratica ed è oggi operativa. Lo stesso pegno
rotativo, pur essendo una soluzione nel breve periodo altro non è che
un finanziamento che deve essere restituito, ma il formaggio deve
essere venduto, fa rivelare Tore Piana.
All’inerzia si aggiunge il danno, il caso dei 2 milioni di euro
stanziati dalla finanziaria regionale del 2016 e non spesi, che sono
andati in economia, gergo tecnico usato dalle istituzioni per dire NON
PIU SPENDIBILI. Denari che dovevano essere utilizzati dalla Regione
per ritirare quantità di formaggio Pecorino dal mercato e destinarlo
al bando indigenti, LA REGIONE NON SPENDE I FINANZIAMENTI STANZIATI,
un’assurdità, concludono dal Centro Studi Agricoli, che nelle prossime
settimane diffonderà dettagliati studi sulla materia.