Il 5 marzo 2018 l'Assessorato all'Urbanistica della Regione Sardegna,
dopo aver visionato la perizia, redatta dalle Guide alpine italiane e
relativa alle vie ferrate del Giorré e del Cabirol, ha scritto una
nota al Comune di Cargeghe e a quello di Alghero: la comunicazione
indica che nella relazione in questione si rilevano delle irregolarità
in merito alla normativa di costruzione di tali impianti, al collaudo
e all’abilitazione del progettista, e di conseguenza viene evidenziato
un elevato rischio di frana che consiglia il divieto di utilizzo delle
opere e la rapida rimozione delle stesse ai sensi dell'art. 35 e 47
del D.P.R. n. 380/2001.
La perizia delle Guide alpine italiane è l’ultimo atto di una lunga
serie di segnalazioni private e pubbliche, comparse negli ultimi anni
su autorevoli blog di settore e testate giornalistiche. Ricapitoliamo
di seguito la vicenda.
Sulla via ferrata del Giorré si era iniziato a parlare di illecito nel
2015: l’accusa era di invasività ambientale, pericolosità intrinseca
al luogo, di dilettantesca realizzazione, nonché di abuso di
professione ad alcune sedicenti “Guide”, responsabili anche della
realizzazione degli infissi. Le Associazioni Gruppo d'intervento
Giuridico e Mountain Wilderness avevano lanciato l’allarme sulla
costruzione di ferrate in ambiente SIC e ad alto rischio di frana, in
relazione al Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Sardegna,
oltre all'abusivismo di professione di Guida alpina.
A seguito degli articoli sulle ferrate di Cabirol e Giorré sono
arrivate al Collegio Nazionale Guide alpine italiane (CONAGAI)
segnalazioni per altre ferrate in Sardegna e non solo.
In qualità di
ente pubblico, il CONAGAI ha inviato gli esposti alla Procura della
Repubblica. Successivamente la Prefettura di Sassari si è appoggiata
alle perizie eseguite dalla locale stazione dei Vigili del fuoco, ma
al contempo la Direzione Nazionale dei Vigili del fuoco dichiarava che
perizie del genere non competono al Corpo. Il 31 marzo 2017 il CONAGAI
ha richiesto un incontro alla Prefettura di Sassari per esporre le
proprie perplessità, viste le tante segnalazioni ricevute, e a seguito
di un gravissimo incidente occorso in condizioni similari nel 2016 in
Sicilia. Tuttavia a distanza di mesi la situazione appariva ancora
immutata, tanto che il 31 gennaio 2018 l'Assessorato all'urbanistica
della Regione Sardegna ha richiesto al Comune di Alghero informazioni
sulla funzione di vigilanza sull'urbanistica circa la ferrata del
Cabirol dove si registra la giunzione della fune con il cavallotto dei
morsetti montato rovescio e in numero non sufficiente. Altro problema
non meno serio quello della corrosione degli elementi in atto.
Per ciò che riguarda la via ferrata del Giorré, la situazione
sembrava anche più preoccupante, visto il coinvolgimento del comune di
Cargeghe e l'impiego di fondi pubblici.
Sebbene l'Assessorato all'Ambiente della Regione Sardegna abbia
disposto la chiusura della ferrata da gennaio a luglio, non è seguito
nessun altro provvedimento, così il CONAGAI ha fatto pervenire un
esposto alla Guardia di Finanza, che ha aperto un'inchiesta ancora in
corso. Poiché la professione di Guida alpina per le sue
caratteristiche è l'unica che possa giudicare la posa in opera di una
via ferrata da un punto di vista della valutazione dei canoni di
sicurezza, il CONAGAI ha disposto di effettuare una perizia sulle due
strutture, per valutarne le condizioni. La situazione che le Guide
alpine hanno rilevato è risultata grave e altamente pericolosa. Le
perizie sono state quindi depositate presso diversi enti di competenza
tra cui l'Assessorato all'Urbanistica della Regione Sardegna, che ha
validato le conclusioni del CONAGAI indicandole nella nota inviata il
5 marzo al Comune di Cargeghe e a quello di Alghero.