L’ha nominato oggi la Giunta su proposta dell’assessore della
Programmazione Raffaele Paci.
56 anni, laureato in Economia e Commercio, dirigente del settore
finanziario al Comune di Arzachena, Asàra ricoprirà per tre anni il
ruolo affidatogli, in aspettativa dall’attuale incarico. Il bando per
la manifestazione di interesse era stato pubblicato lo scorso 11
settembre, con scadenza al 13 novembre. Hanno presentato domanda 17
candidati. La scelta è stata fatta dopo la valutazione di curricula e
requisiti anche attraverso un colloquio con i candidati idonei, con il
supporto tecnico dei direttori generali della Presidenza, del Bilancio
e del Personale.
Con la nomina del direttore generale l’Ase, istituita con legge del
Consiglio a ottobre del 2016, diventa ufficialmente operativa.
“L'Agenzia sarda delle Entrate è un pezzo importante per il controllo
fiscale complessivo, essenziale per la nostra regione”, dice
l’assessore Paci. “Primo compito dell'Ase sarà infatti il calcolo
preciso delle nostre spettanze, grazie a un monitoraggio costante e a
una trattativa paritaria fatta da addetti specializzati direttamente
con Roma. L'Agenzia accentrerà la riscossione dei tributi regionali
propri e monitorerà costantemente il flusso dei tributi di spettanza
regionale. In prospettiva puntiamo al riversamento diretto nelle casse
regionali dei tributi erariali compartecipati, un passaggio già
previsto dalle norme di attuazione, che richiede un accordo con lo
Stato già avviato”.
Lo scorso ottobre, la sentenza della Corte Costituzionale aveva dato
ragione alla Sardegna contro il ricorso dello Stato sulla legittimità
dell’Ase. I giudici avevano dichiarato l’Ase legittima, dando il via
libera all’avvio della sua attività. Non solo. La Corte aveva
richiamato lo Stato al dovere della trasparenza e della massima
condivisione sui tributi dovuti alla Regione, perché se non lo facesse
ne comprometterebbe l’autonomia. Ancora, i giudici avevano
sottolineano che se ci fosse stata la dovuta chiarezza sulle somme da
versare nelle casse della Regione, la vertenza entrate durata oltre
dieci anni e chiusa nel 2016 dall’attuale Giunta con le norme di
attuazione, non sarebbe mai esistita. Per quanto invece riguarda
l’unica contestazione accolta, su un aspetto formale e del tutto
marginale ovvero il conto corrente su cui il governo deve versare i
soldi alla Regione, viene fatta decadere la norma contenuta nella
legge regionale che prevedeva il versamento sul conto dell’Ase non
ancora accreditato nel circuito della Tesoreria.