Una quindicina di volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia –
L.A.C. provenienti da Lazio, Toscana, Piemonte e Lombardia, con il
sostegno del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, ha condotto la
ventunesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano che ha portato
alla neutralizzazione di oltre 1.000 trappole per avifauna
(latziteddus, fra lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi,
“armature metalliche” predisposte per il posizionamento dei lacci da
albero, trappole a scatto posizionate a terra) e ben 150 trappole per
ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e
cinghiali).
La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo forestale e di
vigilanza ambientale, ha visto, come di consueto, la partecipazione di
tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con
l’obiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di macchia
mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per
aiutare la costante attività nel settore del Corpo forestale e di
vigilanza ambientale e delle altre Forze di polizia.
Numerose le aree battute, decine di sentieri, nei boschi e nelle
macchie mediterranee di Capoterra, Uta, Assemini, Santadi, Sarroch,
Quartu S. Elena, in particolare nelle zone di Gutturu Mannu, Monti
Mannu, S’Arcu de su Schisorgiu, Is Litteras, Poggio dei Pini, Rio S.
Girolamo, Santa Barbara, Monte Arcosu, San Gregorio, Molentargius.
Tutti i mezzi vietati per l’attività venatoria e gli esemplari di
fauna morta recuperati dai volontari della L.A.C. sono stati
consegnati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale presso il
comando Stazione di Capoterra quali corpi di reato.
A differenza di altre occasioni, non sono stati trovati sul posto
bracconieri ed è stata avvertita minore intensità della
predisposizione di andalas, i sentieri con le trappole già attive,
molto probabilmente visto il clima ancora mite che causa un passo
tuttora modesto dei Tordi. In crescita, invece, il posizionamento di
trappole per ungulati.
Negli stessi giorni sono state svolte e si svolgono tuttora “visite”
presso i mercati cagliaritani di San Benedetto e di Via Quirra, per
verificare la presenza di vendita abusiva di avifauna proveniente da
attività illecite, fortunatamente senza alcun esito.
Il bracconaggio è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio
ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” + circa
duecento “occasionali” nella sola Capoterra). Il giro di affari sembra
di sensibili dimensioni, seppure in calo: basti pensare che una sola
griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato
illegale un centinaio di euro al dettaglio. Tuttavia fra i principali
“fruitori” finali del bracconaggio sembrano proprio essere alcuni noti
ristoranti del Cagliaritano, come già riscontrato in questi anni, nei
confronti dei quali appaiono necessarie ispezioni senza preavviso da
parte delle Forze dell’ordine. Da non tralasciare il controllo, nel
periodo delle festività natalizie, dei mercati pubblici.
Dai riscontri anche diretti, tuttavia, il fenomeno del bracconaggio
appare in sensibile diminuzione, grazie anche alla complessiva azione
di contrasto da parte delle Forze dell’ordine, sostenuta dalle
associazioni ecologiste.
Follìa, poi, è anche solo l’ipotesi di una legalizzazione del
bracconaggio, dell’uccellagione in particolare, recentemente
nuovamente avanzata da cacciatori e amministratori locali di Capoterra
e duramente contrastata da parte ecologista.
La caccia di frodo è, infatti, un reato contravvenzionale punito dalla
legge n. 157/1992 e s.m.i. con sanzioni penali (art. 30) e con
sanzioni amministrative (art. 31), nonché dalla legge regionale
Sardegna n. 23/1998 e s.m.i. (art. 74).
I partecipanti alla campagna anti-bracconaggio della L.A.C., in
proposito hanno dichiarato: “anche quest’anno siamo particolarmente
soddisfatti dell’aiuto fornito a Corpo forestale e Carabinieri che
combattono il bracconaggio ogni giorno, ma siamo convinti della
necessità di un impegno molto più incisivo nei confronti degli
acquirenti e un deciso rafforzamento delle sanzioni: sequestri dei
mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto comprese, ispezioni in
ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al
patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti
noi”.
La L.A.C. conduce campagne anti-bracconaggio nelle zone del Paese dove
il fenomeno è più grave: in Sardegna, nelle Valli Bresciane, nelle
Isole Pontine, all’Isola del Giglio, aCipro.