Guerra dei tavolini ad Alghero : condannato il Comune - Va di traverso il panino del Milese - Non ci fu occupazione abusiva di suolo pubblico

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Il Tribunale amministrativo regionale di Cagliari è entrato nel merito del contenzioso sorto nell'estate derl 2016 tra l'amministrazione comunale e la Focacceria Il Milese di Sonya Fiori. L'esercizio commerciale era stato accusato di aver occupato abusamente spazi di suolo pubblico e per questa ragione punito con tre giorni di chiusura. I giudici amministrativi hanno deciso che la Focacceria algherese, difesa dagli avvocati Stefano Carboni e Antonio Maria Lei, è stata raggiunta da un provvedimento, quello della chiusura, da considerarsi illegittimo in quanto viziato da eccesso di potere e da un falso presupposto. Dall'esame degli atti è risultato che la cartografia alla quale si era affidato il Comune era sbagliata e tali si sono rivelati tutti i provvedimenti adottati a cominciare dall'occupazione abusiva di suolo pubblico che aveva fatto scattare la chiusura dell'esercizio. Inoltre il Tar ha evidenziato ancora in sentenza che " la necessità di riduzione dell'area in concessione, ove effettivamente giustificata da interesse pubblico, deve necessariamente avvenire attraverso il paziale ritiro deella concessione in essere". Adempimento peraltro non eseguito. Il Comune è stato condannato al pagamento delle spese processuali, 2.000 euro. La vicenda comunque prosegue sul fronte penale dove a carico dei rappresentanti del comune, sindaco e dirigente, figurano le ipotesi di reato di abuso di atti d'ufficio e tentata estorsione. Ipotesi quest'ultima determinata dalla richiesta alla titolare della Focacceria, fatta da un intermediario del comparto commerciale cittadino, ed evidentemente a nome del Comune, di partecipare all'incontro con l'amministrazione ma senza il suo avvocato. Inevitabile la richiesta di risarcimento danni morali che non sarà presentata nei confronti del Comune ma direttamente nella responsabilità personale del sindaco e del dirigente del settore , come prevede l'articolo 28 della Costituzione.