Un Comitato contro l'apertura del centro per i migranti a Macomer

l'ex carcere di Macomer
A seguito del vertice prefettizio tenutosi a Cagliari, che ha sancito l’apertura del Centro Regionale di Permanenza e Rimpatrio (CPR) nella struttura dell’ex carcere di Macomer, un gruppo di privati cittadini indipendenti, appoggiati anche dai movimenti politici di Destra sociale Sardegna, Forza Italia Macomer, Fratelli d’Italia ,Movimento Cristiano Forza Popolare, Riformatori Sardi e Movimento Zona Franca, hanno deciso di creare un comitato cittadino che si oppone a questa ennesima scelta scellerata per il futuro e la sicurezza della nostra Città. Un Sindaco diligente e rispettoso della sua comunità mai avrebbe sottoscritto accordi vincolanti per il nostro territorio, a poco più di sei mesi dalla scadenza del proprio mandato, vincolando il suo successore e la comunità stessa a fare i conti con una bomba sociale che potrebbe creare gravissimi problemi in tema di sicurezza. Se il Sindaco avesse optato per un referendum consultivo, cosa che peraltro auspicavamo, avrebbe capito che la cittadinanza non desiderava e non desidera avere il CPR, ed avrebbe dichiarato la ferma contrarietà dell’Amministrazione alla proposta del Ministero. La vecchia casa circondariale di Bonu Trau, a dispetto di quanto affermato, non è assolutamente adatta per ospitare, ad esempio, i pericolosi clandestini algerini in attesa di rimpatrio, motivo per cui è stata preannunciata dallo stesso primo cittadino la necessità di importanti lavori di adeguamento, con costi stimati per più di 2,5 milioni di euro, uno sperpero di denaro pubblico inaccettabile. La scelta è tanto più scellerata per il fatto che Macomer non è sede di porti ed aeroporti, luogo ultimo destinato al rimpatrio. Il Cpr non comporterebbe poi quell’indotto economico generato dal vecchio carcere, a cui il Sindaco tanto si richiama: la creazione di pochi posti di lavoro non è sufficiente a giustificare la lesione del diritto alla sicurezza di tutti, rischiando di creare una situazione ingestibile in termine di ordine pubblico, in un territorio fiaccato dalla perdurante recessione economica. Poche buste paga, affidate non si sa bene come, non possono consentire di portare avanti una simile imposizione. Macomer si dovrebbe fare carico dei rischi connessi ad una simile presenza, senza averne le capacità economiche e sociali. Riteniamo azzardato il paragone, esposto dal Sindaco Succu alle televisioni regionali, tra la presenza dei clandestini in attesa di espulsione con quella dei vecchi detenuti islamici provenienti da Guantanamo: i terroristi ospitati negli anni passati erano sorvegliati (non senza difficoltà, visti anche i casi di aggressione registratisi) dalle guardie carcerarie, mentre i migranti in attesa di espulsione sarebbero controllati da cooperative composte da civili disarmati, che poco potrebbero fare in caso di sommossa interna o tentativo di fuga. Non crediamo che il Sindaco Succu e la sua Giunta Comunale possano poi, dopo aver perso negli anni gli uffici della Guardia di Finanza e la Polizia Ferroviaria, ottenere di colpo un aumento degli organici delle forze di polizia, con la conseguenza che il già difficile lavoro degli agenti attualmente dislocati nel territorio sarebbe saturato dalla gestione del CPR. Non riteniamo credibili le rassicurazioni in materia di sicurezza che giungono da quelle stesse Prefetture e dai rappresentanti del Ministero che ancora oggi non ha un progetto organico per la gestione di tale emergenza. Gli eventuali ospiti della struttura si ritroverebbero in una condizione di semplice fermo amministrativo e non di detenzione, con la conseguenza che potrebbero lasciare il Centro per visite sanitarie, incontri con i loro legali e trasferte verso i tribunali competenti, con il conseguente rischio di evasione e libera circolazione per le strade cittadine. Non vogliamo che Macomer subisca gli stessi disagi che sta vivendo Cagliari. Infine, respingiamo con sdegno le infamanti accuse di razzismo rivolte dal Sindaco Succu alle forze che si oppongono ad un piano di gestione dell’immigrazione clandestina demenziale e dannoso per la comunità. Abbiamo il diritto e soprattutto il dovere di difendere la nostra Città dall’arroganza di un’amministrazione comunale che impone le sue scelte a scapito della la collettività. Gli abitanti di Macomer, cittadini di una Repubblica democratica e non sudditi di un feudo del partito dei sardi, hanno il diritto di essere ascoltati. Ci riserviamo, nei modi e nelle sedi più opportune, di farci carico delle legittime lamentele della nostra gente