Parco dell'Asinara: un affettuoso ricordo di Giancarlo Pinna

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  A poche settimane dall'anniversario della scomparsa, l’isola dell’Asinara è stata il teatro naturale dell’omaggio a Giancarlo Pinna, uomo di cultura, più volte amministratore di Porto Torres e tra i fautori di quella spinta propulsiva che ha portato quasi venticinque anni fa alla nascita del Parco Nazionale dell'Asinara. L'evento è stato sostenuto e patrocinato dal Comune di Porto Torres con la collaborazione dell'Ente Parco. Giancarlo Pinna ha legato il proprio nome alle battaglie per la costituzione del Parco. Fu tra i primi a immaginare un respiro internazionale per l’Asinara, quando insieme all’ecologo belga Xavier Monbailliu la fece entrare nei piani della Federazione mondiale delle Città Unite, di cui lo stesso Pinna era consigliere internazionale. Nacque così il convegno sui parchi che si tenne a Porto Torres dal 1° al 4 settembre 1984 – alla presenza di studiosi e direttori di parchi provenienti da diverse parti del mondo, amministratori locali e cittadini di Porto Torres, parlamentari e consiglieri regionali – che costituì una tappa fondamentale per la realizzazione del Parco Nazionale dell'Asinara.

  In quella occasione si cominciò a parlare dei dati, delle meraviglie relative alla flora e alla fauna e delle prospettive di costituzione di un'area protetta. Per la prima volta i partecipanti insieme agli operatori televisivi visitarono l’allora isola carcere, raccontando al mondo la bellezza della metà del territorio amministrativo di Porto Torres. Da quel convegno, fortemente voluto da Giancarlo Pinna, partì il processo di archiviazione del periodo storico legato al carcere e di creazione del percorso che ha poi portato alla nascita del Parco Nazionale dell'Asinara. La cerimonia ha preso il via al mattino a Cala Reale, nella Casa del Parco. Ha aperto la serie di interventi Vittorio Gazale, direttore del Parco dell'Asinara, moderatore dell'incontro: «Giancarlo Pinna è stato protagonista per decenni della vita sociale e politica di Porto Torres. Determinante fu la sua influenza, insieme a quella di altre persone, nel processo di creazione del Parco, grazie al convegno che permise di confrontare i dati dell’Asinara con quelli del contesto internazionale.

  Abbiamo, perciò, accolto con piacere la volontà del Comune di Porto Torres di dare risalto alla figura di Giancarlo Pinna proprio qui sull’isola». Maria Bastiana Cocco, assessora comunale alla Cultura, ha definito Pinna «un uomo che ha speso per amore della città la sua vita nell'impegno per la valorizzazione dei beni culturali, del territorio dell’Asinara e nella lotta per la difesa dell'ambiente, contro l'inquinamento. Tante intuizioni di Giancarlo hanno portato risultati importanti e anche grazie a lui oggi possiamo vivere l’isola dell’Asinara come paradiso naturale aperto a tutti». Laura Lambroni, direttore del Coro Polifonico Turritano ha sottolineato che «il ruolo di Giancarlo è stato fondamentale – come ricordano i membri del nostro coro – anche nella scelta del nome del nostro evento principale, Voci d’Europa. Negli anni in cui ho avuto la fortuna di conoscerlo mi ha raccontato tanti aneddoti del passato, mostrando sempre una grande vicinanza alle sorti del gruppo anche nei momenti più difficili». Per Antonio Torre, ornitologo che partecipò con Pinna alle prima battaglie per la valorizzazione dell'Asinara, «Giancarlo era uomo di fede, lungimirante, grande visionario e costruttore di cultura. Aveva capito che bisognava creare ponti tra noi e le altre realtà.

  L'ho conosciuto nel 1982, quando l’Asinara dava l’impressione di essere un “governatorato”. Aveva creato un legame con la Federazione delle Città Unite, perché voleva trasformare l'isola carcere in parco e l'unico modo per farlo era elevare il progetto verso una dimensione internazionale, portando gli studiosi direttamente sul territorio. Il Comune supportò quest’idea che poi sfociò nel grande convegno del 1984, che ebbe rilevanza mediatica nazionale. Da lì iniziarono le proposte politiche sempre più serrate e convinte da parte del Comune di Porto Torres, fino al raggiungimento dell'obiettivo finale nel 1997. Sia il parco che la città di Porto Torres devono tanto a Giancarlo Pinna e ai sindaci che nel tempo hanno sostenuto l'idea del Parco». Il presidente del Consiglio comunale, Franco Satta, ha ricordato come «cultura e ambiente sono stati tra i temi rimasti sempre nel cuore di Giancarlo. La politica è stata per lui una vera missione, non uno strumento per fare carriera nel partito. Ha amministrato nel momento del boom dell'industria che ha sempre considerato un'economia drogata in quanto incapace di sostenersi autonomamente. Riteneva invece che la stella polare dello sviluppo dovevano essere proprio cultura e ambiente.

   Dormiva poco ma lavorava tanto, la luce nel suo ufficio era sempre accesa e veniva guidato dalla curiosità, elemento che ha contribuito allo sviluppo di tante sue attività associative nell’ambito dei diritti civili e della diffusione della cultura turritana». Le conclusioni sono state affidate ad Alessandra Pinna, presente insieme a Pina e Maria Domenica, sorelle dell'indimenticato uomo di cultura: «Quando Giancarlo è scomparso abbiamo letto tanti messaggi, rimanendo anche sorpresi per la moltitudine di giovani che erano legati a lui. La storia medievale, la musica, la fede, la voglia di mettersi in gioco l'hanno guidato in tutta la sua vita. Ci raccontava l’Asinara con l’entusiasmo di un ragazzino e la costituzione del parco è certamente uno dei progetti che più lo ha gratificato». A seguire, Il Coro Polifonico Turritano diretto dal M° Laura Lambroni ha reso omaggio, nello splendido scenario del giardino di Cala Reale, alle passioni culturali e naturalistiche di Giancarlo Pinna. Un percorso musicale dedicato agli elementi dell'acqua e della terra, al simbolismo della natura e al tema del sacro, aspetti sempre centrali nella vita di Pinna, sia nella sfera privata che in quella pubblica. Il concerto si è aperto sulle note di “Ecco mormorar l’onde” di Claudio Monteverdi, autore del quale sono stati proposti successivamente altri due brani, “O Rossignuol” e “Quel augellin”.

  Nell’ambito della polifonia rinascimentale il coro ha eseguito anche “Sicut cervus” di Giovanni Pierluigi da Palestrina, in grado di riecheggiare perfettamente i sentimenti di devozione, speranza e fede fatti propri da Pinna durante le attività svolte all'interno della comunità della Parrocchia Santi Martiri Turritani e in qualità di operatore culturale nella Basilica di San Gavino. In scaletta, inoltre, brani del repertorio moderno e contemporaneo della polifonia europea ed extraeuropea, come quelli del compositore tedesco Paul Hindemith (“Un cygne” e “Verger”), dell’inglese Edward Elgar (“As torrents in summer”) e “Down in the river”, canto di preghiera della tradizione americana. La chiusura non poteva che essere affidata a due composizioni del primo direttore del Coro Polifonico Turritano, il M° Antonio Sanna, entrate a far parte della tradizione popolare sarda: la struggente “In su monte Limbara” e “Duru Duru”. Un gran finale in piena sintonia con l'ultima parte della vita di Giancarlo Pinna, durante la quale il suo impegno è stato rivolto alla difesa delle radici culturali del popolo sardo e del patrimonio ambientale e naturalistico dell'isola.